"Sorrisi di madri africane": iniziativa per il parto sicuro in Africa
“Sorrisi di madri africane” è la campagna del Comitato Collaborazione Medica a favore
della salute materna e infantile, che ha garantito gravidanza e parto sicuro a circa
65 mila donne, assistendo e vaccinando migliaia di bambini. Tutto grazie a 50 medici
volontari che formano il personale sanitario locale. Marilena Bertini, medico
e presidente del Comitato Collaborazione Medica, ha raccontato a Elisa Sartarelli
questi primi due anni di lavoro:
R. - La Campagna
“Sorrisi di madri africane” è partita nel 2011. Fino adesso abbiamo assistito e curato,
durante la gravidanza e il parto, circa 65 mila donne, di cui 11.500 assistite proprio
in modo chirurgico: quindi in una struttura ospedaliere, con taglio cesareo o con
trasfusioni di sangue quelle donne che avevano complicanze durante il parto. Quindi
abbiamo salvato almeno quasi sicuramente queste 12 mila donne circa. Poi abbiamo curato
e vaccinato circa 250 mila bambini. Vaccinare si sa cosa vuol dire, mentre curare
vuol dire soprattutto curare la malaria, curare la diarrea, curare le polmoniti che
sono le malattie che portano a morte i bambini, soprattutto nel primo anno di vita,
ma comunque fino ai cinque anni.
D. - Avete degli obiettivi ambiziosi entro
il 2015: quali sono?
R. - Assistere e curare durante la gravidanza e il parto
200 mila donne nei Paesi in cui lavoriamo, che sono Africa sub-sahariana orientale,
soprattutto nelle zone rurali; e curare e vaccinare 500 mila bambini.
D. -
Il vostro impegno è forte anche in Italia…
R. - Sì, anche in Italia lavoriamo
per sensibilizzare più persone possibili, per avere la collaborazione del maggior
numero di nostri amici o di persone che conosciamo perché venga diffuso quello che
noi riteniamo sia fondamentale per tutti e cioè il diritto alla salute. Noi abbiamo
la fortuna in Italia di avere un sistema sanitario nazionale che garantisce il diritto
alle cure per chiunque ne abbia bisogno: vogliamo che questo sia diffuso nel mondo
e per questo abbiamo bisogno di testimoni e di persone che con noi collaborino per
l’ottenimento di questo diritto. E poi da quando ci siamo accorti che anche in Italia
c’erano delle fasce di persone che potevano accedere meno ai servizi sanitari, abbiamo
iniziato a lavorare con gli immigrati e più recentemente con i rifugiati. E questo
per far sì che anche queste fasce svantaggiate di popolazione potessero utilizzare
quello che è un loro diritto e cioè il Servizio Sanitario Italiano, che garantisce
anche a queste fasce di popolazione la possibilità di essere curare. Cerchiamo poi
di sensibilizzare i bambini - e anche gli adulti - su argomenti che ci stanno a cuore
come l’intercultura, come la possibilità e la bellezza di poter scambiare esperienze,
scambiare modi di vita e scambiare proprio quella che è una parte di vita con popolazioni
diverse delle nostre. Ci siamo resi conto che quando andiamo in Africa, la nostra
umanità, cioè il nostro spirito, rimane estremamente arricchito e anche lavorando
con gli immigrati possiamo avere degli scambi molto interessanti, che allargano la
nostra mente e il nostro cuore e quindi arricchiscono tutta la nostra persona. Collaboriamo
anche con altre entità: abbiamo avuto, per esempio, la possibilità di collaborare
con la Magnun Photo, una delle più importanti agenzie di fotografi: con loro
abbiamo realizzato una mostra che si chiama “Sorrisi di madri africane”, in cui sottolineiamo
l’importanza della donna nella società africana, della mamma nella propria società
e di come - anche in questo campo - scambiare esperienze di come si gestiscono i bambini,
di come si svezzano, di come si porta avanti la gravidanza, di come ci si può aiutare
reciprocamente in questi momenti particolari e belli, ma a volte anche faticosi, della
vita, ci arricchisce a noi e speriamo anche loro.