Siria: cresce il numero dei cristiani uccisi nel drammatico bilancio globale di oltre
120 mila morti
E' salito ad oltre 120.000 morti il bilancio delle violenze in Siria a partire dal
primo manifestante ucciso a Daraa, nel marzo del 2011. E tra questi negli ultimi tempi
si sono moltiplicati i cristiani. Oltre a tre preti e una suora uccisi e due vescovi
ortodossi e padre Paolo dall’Oglio rapiti da mesi, ci sono decine di fedeli massacrati,
non solo a Malula ma anche a Sadad, cittadina tra Homs e Damasco. Il nunzio apostolico
in Siria, mons. Mario Zenari, spiega che la comunità cristiana è bersaglio da quando
il conflitto non è più solo tra esercito e ribelli ma vede protagoniste forze qaediste.
Il servizio di Marina Calculli:
"I
pericoli per i cristiani sono cominciati da quando il conflitto non è più stato tra
siriani" ha detto il nunzio apostolico a Damasco monsignor Mario Zenari in un’intervista
rilasciata ieri all’ANSA. Da quando cioè “gli attori coinvolti sono stati, oltre ai
siriani, fondamentalisti venuti da fuori”. Per il fondamentalisti, infatti, questa
è prima di tutto una guerra religiosa con il fine di perseguire il Califfato in Siria.
Ci sono potenze esterne che hanno contribuito a questo mutamento di scenario – assicura
Zenari, che cita in primis l’Arabia Saudita. Intanto appaiono sempre più sfumate le
speranze che la conferenza di pace sulla Siria, la cosiddetta Ginevra 2, prevista
per la fine di novembre, possa tenersi e portare ad una reale risoluzione del conflitto.
Lakhdar Brahimi al termine di un tour regionale per catalizzare gli sforzi per la
conferenza, si è detto per nulla certo che l’opposizione possa giungevi con un fronte
unitario. E lapidario ha aggiunto “Senza l'opposizione l'iniziativa non potrà svolgersi”.