2013-11-02 12:36:54

Pace e serenità dalle parole del Papa al Verano: il commento della teologa Monica Quirico


Il giorno della Commemorazione dei fedeli defunti è un'occasione per rinsaldare i legami spirituali con i propri cari e con quanti hanno bisogno delle nostre preghiere. La Chiesa ricorda che è possibile ottenere l'indulgenza plenaria per chi non è più con noi. Un giorno per ravvivare la speranza, dunque, anche guardando al tramonto della nostra vita, come ha ricordato il Papa, durante la Messa al Verano. Sulle parole pronunciate ieri da Papa Francesco, Antonella Palermo ha sentito la prof.ssa Monica Quirico, docente di teologia fondamentale presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale a Torino:RealAudioMP3

R. - Mi ha molto colpito l’ancoraggio alla storia degli uomini, perché ha esordito dicendo: “Dobbiamo pensare al futuro e a quelli che se sono andati e sono già là, nel Signore, e a quello che ci aspetta”. Dunque, sempre questo legame con la nostra storia: noi che stiamo qua, ma che dobbiamo tendere ad essere là. E poi questa bell’immagine di Dio che ci porta per mano là: questa paternità di Dio che ci fa entrare nel cielo, grazie al Sangue di Gesù Cristo. E poi ancora un’immagine sulla speranza: la speranza come àncora. Ha ricordato l’immagine dei primi cristiani e dice: “Noi dobbiamo avere il cuore ancorato là dove sono i nostri antenati, i santi, Gesù, Dio”. Questa immagine della speranza, proprio molto significativa, come un lievito che fa allargare l’anima: questa distensione dell’anima mi pare veramente un’idea che ti prende dentro, che ti prende proprio al cuore, perché è una distensione che ci fa soprattutto pensare che è una grazia del Signore. Il Signore che ci anticipa: non siamo noi che andiamo là, ma Lui ci prende per mano e ci fa distendere, aprire questa anima.

D. – Papa Francesco ha offerto un bel messaggio in un giorno particolarmente significativo per i fedeli …

R. – Sì, c’è questa capacità del Papa, anche in giorni molto importanti, di essere molto semplice: ha predicato la grazia, prima ancora di predicare un fare. E’ proprio questo allargamento alla grazia di Dio. Questo mi sembra molto bello, non solo toccante dal punto di vista sentimentale, ma molto profondo: ci dice dove dobbiamo andare. Un’altra bella immagine è quello che ci ha detto sul nostro tramonto. Noi possiamo così - proprio con questa speranza, con questo allargamento - pensare al nostro tramonto e questo ci deve dare pace, però solo se di nuovo ci lasciamo - come dire - farci ricevere dal Signore. Allora il nostro tramonto diventa una pace.

D. - A me fa pensare anche ad una fecondità: questa speranza come lievito, che dilata l’animo mi fa pensare davvero ad un nuovo inizio, ad una nuova creazione. E’ sicuramente molto consolante, vero?

R. - Sicuramente, anche perché questo farci ricevere è farci ricevere da Gesù Risorto. E quindi questa è la nuova creazione, la resurrezione è il nuovo inizio, che è per sempre. E dunque non c’è più un ritorno indietro. Questo, in qualche modo, dovrebbe farci pensare, dovrebbe veramente darci pace e serenità.







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