Il dramma della tratta degli esseri umani al centro di una Conferenza in Vaticano
“La tratta delle persone: la schiavitù moderna. Gli indigenti e il messaggio di Gesù
Cristo”. In questo titolo è racchiuso tutto il senso della conferenza organizzata
in Vaticano dalla Pontificia accademia delle Scienze sociali, il 2 e 3 novembre, e
dedicata interamente alla tratta degli esseri umani nel mondo, alle forme di sfruttamento,
e soprattutto alle forme di intervento da attuare per porre fine ad uno dei più aberranti
crimini contro l’umanità. All’incontro, fortemente voluto da Papa Francesco, prendono
parte studiosi, docenti universitari, funzionari delle principali organizzazioni governative.
Tra loro, anche Gustavo Vera, presidente della Fondazione La Alameda di Buenos
Aires e amico di Papa Bergoglio. Francesca Sabatinelli gli ha chiesto quanto
sia importante questa riunione in Vaticano:
D. - Es un señal
muy fuerte por que es unos de los dramas humanos… E’ un segnale molto forte, perché
la tratta delle persone rappresenta uno dei drammi umani più importanti del Pianeta:
ha a che fare con la dignità, con la libertà e con la vita delle persone. Il traffico
degli esseri umani rappresenta uno dei delitti più aberranti, che viola i diritti
umani e che, purtroppo, in questo periodo ha una scala massiva: milioni di persone
sono sottomesse ad una schiavitù lavorativa, ad una schiavitù sessuale. Parliamo anche
di traffico e riduzione in schiavitù di bambini, di traffico di organi attraverso
le mafie che funzionano - possiamo dire - su scala globale e con la protezione di
settori corrotti degli Stati, quello che si chiama cioè crimine organizzato. Ci troviamo
di fronte ad un fenomeno mafioso globale, un sistema che attraverso il riciclaggio
trasforma il denaro sporco - prodotto dello sfruttamento, dell’umiliazione, della
riduzione in schiavitù delle persone - in capitale finanziario. Non è facile intentare
una battaglia integrale contro la mafia e in questo senso ci sembra molto importante
l’apporto che ha compiuto l’associazione “Libera” in Italia: “Libera” ha identificato
la tratta dentro la mafia e sostenuto che quello della tratta è soltanto uno dei tanti
delitti che commette la mafia sotto la protezione dello Stato, come il narcotraffico,
come il traffico di armi. Ma qual è stato l’apporto di “Libera” e che poi altri Paesi
hanno imitato? Ha apportato quelli che sono stati gli insegnamenti di Pio La Torre:
la mafia bisogna combatterla non solo penalmente, ma soprattutto economicamente. Bisogna
cioè smantellarle i beni, confiscare i beni dei mafiosi e riutilizzarli a livello
sociale. C’è bisogno di una forte politica preventiva e educativa contro i fenomeni
mafiosi. Questa è l’unica via effettiva per combatterla integralmente come società
civile. Se analizziamo la tratta come un fenomeno slegato dagli altri delitti mafiosi,
commettiamo uno sbaglio; se pensiamo che la tratta la si possa combattere unicamente
penalmente, sbagliamo strada. L’unico modo di sconfiggere integralmente la mafia è
attaccandola alle sue radici e le sue radici hanno a che vedere con l’economia, con
una forma distorta del capitalismo selvaggio, che permette questa forma di oppressione
e sfruttamento.
D. - Queste sono le parole di Papa Bergoglio, quando era a
Buenos Aires. Questo era il messaggio che lanciava l’allora cardinale?
R. -
Exactamente. El mensaje de Bergoglio es que había muchas esclavitas… Esattamente!
Il messaggio di Bergoglio è che quando si vede il fenomeno della schiavitù, non si
vede anche colui che conta il denaro di questa schiavitù, che diventa ricchezza attraverso
il riciclaggio del denaro sporco. Jorge Bergoglio non soltanto denunciava la tratta,
ma denunciava tutta la catena del denaro, che comprendeva la tratta e che faceva sì
che molte persone si convertissero in ricche, da un giorno all’altro, senza alcuna
spiegazione e questa spiegazione aveva a che fare con questo, era legata con la tratta
e con la mafia.
D. - Quindi quanto è importante che oggi la Chiesa cattolica
abbia voluto dedicare questi due giorni a un fenomeno così mondiale? Quando è importante
l’impegno della Chiesa cattolica?
R. - Es muy importante el empeño por que
la Iglesia católica… E’ molto importante l’impegno perché la Chiesa cattolica
rappresenta un’entità importante del pianeta, numericamente parlando, e attraverso
i valori che storicamente predica può rappresentare una barriera reale contro la mafia,
può rappresentare un aiuto per la società civile ad organizzarsi contro la mafia.
Per questo è necessario lavorare a quello che Bergoglio chiama la “cultura dell’incontro”
che fondamentalmente è l’unità, il ricercare i denominatori comuni tra tutte le religioni,
tra tutte le filosofie per difendere la libertà, la vita e la dignità della persona.
Ma la “cultura dell’incontro” non significa soltanto sedersi a dialogare con persone
diverse, ma sedersi a dialogare con persone diverse per il bene comune, per difendere
la vita, la dignità e la libertà della persona, che si ritrovano in tutte le filosofie
e che si ritrovano in tutte le fede. E’ sufficiente mettersi in accordo per lavorare
insieme.
D. - L’ultima cosa, un ricordo di quello che era il vostro lavoro
insieme con Papa Bergoglio, con il cardinale Bergoglio: voi lavoravate insieme e facevate
molte cose insieme…
R. - El mi recuerdo es de una persona que predica con
el ejemplo, de una persona que … Il mio ricordo è quello di una persona che predica
con l’esempio, una persona che crede profondamente in ciò che dice, che è molto coerente
con il suo pensiero, che segue con i fatti e non con le parole, che ha sempre al centro
delle sue preoccupazione i poveri, che ha sempre al centro delle sue preoccupazioni
l’altro, che considera suo fratello.