Il card. Hummes: la Chiesa d’Amazzonia sia protagonista della sua storia
“Una Chiesa con il volto amazzonico”. E’ un passaggio del documento conclusivo del
Primo incontro della Chiesa dell’Amazzonia, svoltosi a Manaus dal 28 al 31 ottobre.
Nel documento, che verrà inviato a tutte le comunità locali, si mette l’accento sulle
tante sfide che deve affrontare l’Amazzonia, dalla povertà alla difesa dell’ambiente,
dallo sfruttamento del lavoro minorile al traffico di persone. La nostra inviata a
Manaus, Cristiane Murray ha intervistato il cardinale Claudio Hummes,
arcivescovo emerito di San Paolo del Brasile, presente all’incontro:
R. - Tra tutti
gli impegni che prendono i vescovi di questa macro regione brasiliana dell’Amazzonia,
quello di cui sono più contento è la rinnovata coscienza di andare verso le periferie,
attraversare questi ponti per arrivare agli indios, agli afro-discendenti, che sono
i neri. Noi dobbiamo arrivare ad un clero autoctono, a un clero indigeno. Molto spesso
dico: “Gli africani hanno i loro vescovi, i loro sacerdoti … Loro sono una chiesa
africana. E sono felici di esserlo. Sono i protagonisti della loro storia!” Questo
dovrebbe accadere anche, per esempio, con i nostri indigeni, la cui storia è stata
spezzata. E rimane nella mente come una tragedia umana e del popolo indigeno! È necessario
metterli in condizione di avere, di ricostruire, una storia - anche religiosa - quindi
con i loro sacerdoti, i loro pastori, i lori vescovi affinché sia semplicemente una
chiesa come le altre.
Sempre Cristiane Murray ha raccolto la testimonianza,
alla fine dei lavori, del vescovo di Santarém, mons. Flavio Giovenale:
R. - Quello
che porto di bello a casa è la speranza: ce la faremo! Con Cristo ce la faremo! Abbiamo
delle sfide enormi. Solo per dire, l’Amazzonia è una quindicina di volte più grande
dell’Italia e abitata per meno di metà della popolazione italiana: perciò una vastità
enorme - e questa è una delle sfide - ma anche con problemi enormi. Abbiamo però la
certezza che Cristo è con noi e allora con Cristo che vengano i problemi, perché li
risolveremo. Non vuol dire che li risolveremo subito, immediatamente, però faremo
uno sforzo per risolverli. Perciò quello che porta nella valigia è una grande dose
di speranza, un’allegria molto grande dovuta proprio alla fiducia del Papa, che ci
ha detto di andare avanti, di cominciare, di non avere paura delle sfide e di non
aver paura neanche di sbagliare. Sfide ce ne sono, problemi ce ne sono, dolori ce
ne sono, ma andiamo avanti, perché così faremo la vita: non solo ci lasceremo condurre
dalla vita, ma guideremo la vita.