Il card. Filoni ai vescovi del Pakistan: la Chiesa è chiamata a costruire ponti e
non muri
La gioia di visitare per la prima volta il Pakistan e di incontrare i vescovi, insieme
alle questioni inerenti la “non sempre facile pacifica convivenza tra gruppi religiosi
maggioritari e minoritari, così come la violazione dei diritti umani e specialmente
della libertà di fede e di culto” sono state citate dal card. Fernando Filoni, prefetto
della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, in apertura del suo discorso
ai vescovi della Conferenza Episcopale del Pakistan, incontrati nel pomeriggio del
31 ottobre a Lahore. “Come cattolici – ha sottolineato il porporato citato dall'agenzia
Fides - noi siamo chiamati all’esercizio dell’insegnamento di Gesù, il quale passando
annunciava il Regno di Dio, facendo del bene. Al tempo stesso, rispettava l’intima
scelta di ogni persona, anche dei suoi avversari, mai cercando di fare proselitismo…
di conseguenza, tale metodo non deve appartenere alla missione della Chiesa”. Quindi
ha proseguito ricordando che “la Chiesa è sempre chiamata, come diceva il Beato Giovanni
Paolo II, a costruire ponti e non muri… Noi sappiamo che questo tipo di servizio non
è facile e nemmeno sempre ben compreso. Sappiamo anche che non siamo soli e che dietro
e al di sopra di questo servizio c’è la grazia di Dio e l’opera dello Spirito Santo”.
Il prefetto del Dicastero Missionario ha poi evidenziato che la Chiesa in Pakistan
“vive nella società civile di questa terra e partecipa pienamente al suo sviluppo
con le proprie belle e importanti istituzioni, al servizio di tutti coloro che desiderano
usufruirne”. Dopo aver ricordato gli inizi della sua missione in questa terra, con
i Gesuiti fin dal 1594, il Cardinale ha ribadito che “la Chiesa cattolica è parte
non solo in senso storico, ma anche religioso, sociale ed educativo della vita di
questo nobile Paese. Essa, inoltre, è del tutto nelle mani di Vescovi, sacerdoti,
religiosi e religiose autoctoni”. Due le prospettive indicate per il futuro della
Chiesa pakistana: “una ad intra, ossia il consolidamento della propria realtà ecclesiale,
una ad extra, ossia il suo ruolo nel continente asiatico e nel mondo”. Il card. Filoni
ha raccomandato ai vescovi “di incoraggiare e confermare sempre nella fede i fedeli
e di essere loro vicini nelle varie circostanze e difficoltà. Sappiamo bene che in
questi ultimi decenni essere cristiani in questo Paese non è stato sempre facile.
Anzi, devo dire che in non poche circostanze la Comunità cristiana in Pakistan, a
causa di estremismi e fanatismi, ha dovuto dare un’alta testimonianza di martirio
e di fedeltà a Cristo”. Il Cardinale ha quindi elogiato la Chiesa pakistana per la
sua edificante risposta alle ondate di violenza, che è sempre avvenuta attraverso
la preghiera, il perdono e l’impegno per la costruzione della pace, nel dialogo e
nel rispetto. A tale riguardo ha citato l’esempio di Shahbaz Bhatti, che “ha dato
il suo sangue per la fede, ed è morto per la pace”. Secondo le indicazioni degli ultimi
Pontefici, il terzo millennio vede la Chiesa impegnata nel cammino della nuova evangelizzazione
e ad approfondire il senso della missione, per questo il card. Filoni ha esortato
i vescovi pakistani ad approfondire la sensibilità missionaria ed a promuovere un
maggiore impulso per la missione ad gentes. Infine ha espresso apprezzamento per il
ministero pastorale che i vescovi svolgono nelle rispettive Chiese locali, consapevole
“delle molte difficoltà e limitazioni” che si trovano ad affrontare ogni giorno. Nella
Solennità di Tutti i Santi, il card. Filoni ha presieduto l’ordinazione episcopale
del nuovo vescovo di Faisalabad, mons. Joseph Arshad, “un figlio nativo di questa
terra e di questa Chiesa”. Nell’omelia, il porporato ha detto di essere “pienamente
certo che in cielo ci sono innumerevoli Santi sconosciuti Pakistani, che ora godono
la beatitudine eterna con Dio”. Quindi, citando la seconda lettura della Messa, (1
Giovanni 3:2), ha sottolineato: “Fino ad oggi, questo mondo continua ad essere intriso
dal sangue di cristiani, che coraggiosamente e fedelmente conservano la Fede, fino
a morire per essa… Anche la vostra è una terra di noti e sconosciuti confessori della
fede… Abbiamo fiducia che la testimonianza fedele e lodevole della nostra fede cattolica
qui è sale e luce in questa nobile terra, e contribuisce alla vita di tutta la Chiesa”.