Il card. Bagnasco ricorda quanti hanno combattuto perché l'Italia fosse libera
''Oggi ricordiamo quanti hanno combattuto e operato perché l'Italia fosse la nostra
casa, libera, giusta, serena e perché il mondo fosse migliore''. Lo ha detto oggi
il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco celebrando nel cimitero monumentale
di Genova Staglieno la Messa per i defunti delle Forze armate. ''La morte - ha detto
Bagnasco - è la porta di casa'' ed oggi ''non ricordiamo solo i defunti che portiamo
nella vivezza della memoria'' ma anche ''i militari di ogni tempo e i membri delle
forze dell'ordine, sepolti qui o altrove''. Persone che ''non conosciamo personalmente
ma sentiamo che ci appartengono, che sono parte di noi, che fanno parte della nostra
famiglia, perché hanno vissuto, combattuto e operato perché l'Italia fosse la nostra
casa. Si sono dedicati al loro dovere con umiltà e dedizione fino al sacrificio della
vita per la pace, per l'ordine e la sicurezza''. Per questo, ha concluso, ''la comunità
è loro riconoscente: per questo siamo qui ogni anno, non per un incontro rituale,
ma per testimonianza di fede e di profonda gratitudine per queste persone che ci hanno
preceduto e alle quali siamo tutti debitori''. I cimiteri, ha detto ancora il card.
Bagnasco, sono ''specie di dormitori, dal punto di vista cristiano, dove le spoglie
riposano in attesa della resurrezione finale. Ma sono anche luoghi di riflessione
sul senso della vita, sulla velocità della vita, sul senso delle cose, quindi sulle
cose che contano e che restano''. Per questo, ha concluso, ''ci auguriamo tutti che
l'incontro con i defunti ci renda tutti più saggi e più buoni''. Alla celebrazione
del 2 Novembre erano presenti i vertici ed i rappresentanti delle Forze Armate, i
reduci, le associazioni e i labari di Regione, Provincia e Comune di Genova. Al termine
della Cerimonia i rappresentanti delle Autorità civili e militari si sono recati sulla
scalinata antistante al Pantheon per gli onori e la deposizione delle corone di fiori
in ricordo dei caduti di tutte le guerre.