Nelle diocesi italiane musica, testimonianze e preghiera per vivere la "Notte dei
Santi"
Alla vigilia della festa di Ognissanti, nelle diocesi italiane sono state promosse
numerose iniziative per proporre ai ragazzi il senso di questa ricorrenza cristiana,
in una società dove invece il 31 ottobre sta sempre più diventando la notte di Halloween.
Tanti, dunque, gli eventi nella Chiesa, che ripercorriamo con il servizio di Debora
Donnini:
Musica, preghiera
e adorazione eucaristica: così i giovani cattolici vivono la "Notte dei Santi". Roma,
Torino, Venezia, Pistoia e altre le città che hanno messo in piedi iniziative per
“valorizzare questa notte alla luce della fede cristiana, della speranza e della testimonianza
dei santi”, afferma don Luca Ramello, direttore dell’Ufficio giovani dell’arcidiocesi
di Torino. Tema dell’evento è quest’anno a Torino: “Generati da Dio”, luogo dell’incontro
il centro della città piemontese, dove un popolo di giovani attraverserà piazza Vittorio
fino alla Chiesa della Gran Madre di Dio, come racconta don Ramello al microfono di
Luca Collodi:
“La prospettiva è quella di attraversare questa piazza
in maniera lieta, serena. La Chiesa della Gran Madre sarà illuminata con effetti un
po’ speciali, a indicare il senso luminoso del nostro cammino. E il messaggio sarà
quello di di un popolo di giovani che cammina nella notte, portando nel cuore la letizia
del Vangelo per coinvolgere quelli che incontra per la strada, altri ragazzi, in questo
cammino. Quindi, non un camminare ‘contro’, ma un camminare ‘con’. In una festa in
cui si rischia di parlare più di morte che di vita, noi vorremmo rileggere la santità
in questa prospettiva della ‘generazione’. Noi vivremo la Notte dei Santi con questa
prospettiva: il Santo è colui che, generato da Dio, dalla sua Grazia, è capace di
generare vita secondo le varie forme della vocazione cristiana. Quindi, una notte
per affermare la bellezza della vita generata”.
Alla Notte dei Santi, al
Teatro Don Orione di Roma, il concerto dei The Sun e l’adorazione eucaristica.
Luca Collodi ha intervistato Francesco d’Orazio, responsabile della
Notte dei Santi della diocesi di Palestrina che, assieme alla Comunità Nuovi Orizzonti,
alla Comunità Gesù Risorto e all’ Azione Cattolica Italiana, ha organizzato l’evento:
R. – La serata è stata pensata con un mix di musica, tematiche cristiane e
sociali, positive. In questo mix di musica abbiamo voluto anche portare la visione
dei Santi. Abbiamo scelto due figure molto, molto attuali, perché una è Chiara Luce
Badano, che in realtà è beatificata, e l’altro è Pier Giorgio Frassati, anche lui
beatificato. Dopodiché, vivremo l’Adorazione eucaristica, sempre in teatro, con tutta
l’animazione curata da noi e dalla Comunità Gesù Risorto.
D. – Nella notte
tra il 31 ottobre e il primo novembre, noi pensiamo a tanti bambini che si vestono
un po’ da fantasmi, un po’ da vampiri, che vanno a bussare alle porte degli adulti
per chiedere dei dolcetti. Ora, messa così, questa tradizione sembra abbastanza inoffensiva,
sembra quasi un gioco…
R. – Sì, in apparenza sembrerebbe del tutto inoffensiva.
In realtà, è la cultura che noi cerchiamo di contrastare. Noi cerchiamo di riproporre
una cultura della vita, della luce, contro questa cultura di tenebre, di buio, perché
noi crediamo, come cristiani, che dopo la morte c’è un’altra vita, per cui non vaghiamo
in questo mondo alla ricerca di una pace come vuol farci passare la cultura di Halloween.
Noi, in realtà, sappiamo che dopo il nostro passaggio in questa vita, dopo la morte,
ci sarà la risurrezione insieme a Gesù. Quindi, il messaggio è completamente differente:
il messaggio di Halloween è tendenzialmente un messaggio di dispersione delle anime
che vagano nel mondo, mentre noi non crediamo a questo. Poi, certo, ci rendiamo conto
che la nostra iniziativa è una delle tante che ci sono in Italia, ma dall’altra parte
ce ne stanno altrettante che vogliono proporre questa cultura di Halloween che - al
di là del business che sta portando e per cui c’è anche una scelta legata al business
- porta fondamentale un messaggio che non è proprio giusto per chi ha scelto la via
del Signore.
Perché ora si tende sempre di più ad aiutare i giovani a festeggiare
la notte del 31 ottobre in modo cristiano? Luca Collodi lo ha chiesto a Carlo
Climati, giornalista e direttore del Laboratorio di Comunicazione presso l’Università
Europea di Roma:
“Perché c’è maggiore consapevolezza del problema di Halloween,
che è una festa sempre più popolare. Non è soltanto una festa che si può considerare
come un secondo carnevale, in cui la gente si traveste, ma è una festa che dà occasione
anche di creare incontri con il mondo dell’occultismo. Intorno ad Halloween, fioriscono
le feste nelle discoteche con tematiche esoteriche, dove i ragazzi, oltre a ballare,
possono addirittura incontrare dei maghi o dei cartomanti, che hanno una loro postazione.
Quindi, partendo da questa esperienza di ballo e di tempo libero, in realtà si avvicinano
poi al mondo dell’occultismo. Questo cocktail micidiale che c’è a volte tra un certo
tipo di musica, di feste in discoteca e certe suggestioni, in un terreno come quello
di oggi – che è un terreno di incomunicabilità, di sofferenza, di disagio sociale,
di famiglie distrutte, di giovani che non hanno punti di riferimento – può stimolare
un avvicinamento molto più forte al mondo dell’occultismo e del satanismo, che diventa
una risposta e colma dei vuoti. Quindi è bene – ed io sono veramente contento – che
ci siano queste belle iniziative, in cui si propone una visione diversa di questa
festa: si propone la luce al posto dell’oscurità e si recupera la nostra vera tradizione,
la tradizione dei santi e della commemorazione dei defunti”.
Richiamare
il senso cristiano della vigilia di Ognissanti, senza restare culturalmente passivi,
è anche una possibile risposta all’invito di Papa Francesco a non essere “cristiani
all’acqua di rose”. Su cosa questa festa rappresenti per un cristiano, Cecilia
Sabelli ha intervistato mons. Marek Jedraszewski, arcivescovo metropolita
di Lodz, in Polonia:
R. - Per noi, naturalmente la festa di Ognissanti è la
celebrazione della verità. Tutti noi, nel corso della vita, andiamo verso l’incontro
con Cristo, con quel Padre che ha dimore per noi preparate. Noi vorremmo già prepararci
al momento in cui si deciderà la nostra eternità, momento in cui, in un certo senso,
si compirà tutto quello che ha così perfettamente dipinto Michelangelo nella Cappella
Sistina: naturalmente noi vorremmo stare alla destra del Signore per entrare con Lui
nella gioia eterna. Quella è la fine della nostra vita, iniziata al momento del Battesimo,
e questa è proprio quella verità che dobbiamo celebrare e insieme pregare per la grazia
della salvezza eterna. Nel giorno che segue la festa di Ognissanti, si celebra la
Commemorazione di tutti i fedeli defunti: è nostro dovere ricordarli ed esprimere
il nostro amore solidale verso quelli che adesso si trovano in Purgatorio per poi
entrare nella Gloria di Dio. Loro si stanno preparando a questo momento e noi li possiamo
aiutare con le nostre preghiere e le nostre buone azioni. Per questo motivo, pregare
per loro è indispensabile soprattutto quando andiamo presso le tombe dei nostri defunti:
genitori, amici, tutti quelli che erano per noi una “grazia”.
D. – Ma come
si può riportare Cristo al centro della vigilia di Tutti i Santi: quali idee e risorse
suggerisce alle famiglie e alle comunità?
R. – Posso dire cosa faccio io: nella
mia cattedrale, durante la notte che precede la celebrazione della festa di Ognissanti,
arriverà una grande folla di giovani per la commemorazione dei Santi. Bisogna comunque
sempre ricordare che Halloween è una festa pagana e perciò anti-cristiana. Bisogna
fare un grande sforzo educativo, anche per i bambini, per far capire che quel costume
che si sta diffondendo in Europa affonda le sue radici nel mondo passato, di tanti
secoli fa: un mondo pagano, che non si accorda per niente con la visione piena di
gioia e speranza, che ci ha dato Gesù Cristo.