2013-10-31 15:07:54

Nelle diocesi italiane musica, testimonianze e preghiera per vivere la "Notte dei Santi"


Alla vigilia della festa di Ognissanti, nelle diocesi italiane sono state promosse numerose iniziative per proporre ai ragazzi il senso di questa ricorrenza cristiana, in una società dove invece il 31 ottobre sta sempre più diventando la notte di Halloween. Tanti, dunque, gli eventi nella Chiesa, che ripercorriamo con il servizio di Debora Donnini:RealAudioMP3

Musica, preghiera e adorazione eucaristica: così i giovani cattolici vivono la "Notte dei Santi". Roma, Torino, Venezia, Pistoia e altre le città che hanno messo in piedi iniziative per “valorizzare questa notte alla luce della fede cristiana, della speranza e della testimonianza dei santi”, afferma don Luca Ramello, direttore dell’Ufficio giovani dell’arcidiocesi di Torino. Tema dell’evento è quest’anno a Torino: “Generati da Dio”, luogo dell’incontro il centro della città piemontese, dove un popolo di giovani attraverserà piazza Vittorio fino alla Chiesa della Gran Madre di Dio, come racconta don Ramello al microfono di Luca Collodi:

“La prospettiva è quella di attraversare questa piazza in maniera lieta, serena. La Chiesa della Gran Madre sarà illuminata con effetti un po’ speciali, a indicare il senso luminoso del nostro cammino. E il messaggio sarà quello di di un popolo di giovani che cammina nella notte, portando nel cuore la letizia del Vangelo per coinvolgere quelli che incontra per la strada, altri ragazzi, in questo cammino. Quindi, non un camminare ‘contro’, ma un camminare ‘con’. In una festa in cui si rischia di parlare più di morte che di vita, noi vorremmo rileggere la santità in questa prospettiva della ‘generazione’. Noi vivremo la Notte dei Santi con questa prospettiva: il Santo è colui che, generato da Dio, dalla sua Grazia, è capace di generare vita secondo le varie forme della vocazione cristiana. Quindi, una notte per affermare la bellezza della vita generata”.

Alla Notte dei Santi, al Teatro Don Orione di Roma, il concerto dei The Sun e l’adorazione eucaristica. Luca Collodi ha intervistato Francesco d’Orazio, responsabile della Notte dei Santi della diocesi di Palestrina che, assieme alla Comunità Nuovi Orizzonti, alla Comunità Gesù Risorto e all’ Azione Cattolica Italiana, ha organizzato l’evento:

R. – La serata è stata pensata con un mix di musica, tematiche cristiane e sociali, positive. In questo mix di musica abbiamo voluto anche portare la visione dei Santi. Abbiamo scelto due figure molto, molto attuali, perché una è Chiara Luce Badano, che in realtà è beatificata, e l’altro è Pier Giorgio Frassati, anche lui beatificato. Dopodiché, vivremo l’Adorazione eucaristica, sempre in teatro, con tutta l’animazione curata da noi e dalla Comunità Gesù Risorto.

D. – Nella notte tra il 31 ottobre e il primo novembre, noi pensiamo a tanti bambini che si vestono un po’ da fantasmi, un po’ da vampiri, che vanno a bussare alle porte degli adulti per chiedere dei dolcetti. Ora, messa così, questa tradizione sembra abbastanza inoffensiva, sembra quasi un gioco…

R. – Sì, in apparenza sembrerebbe del tutto inoffensiva. In realtà, è la cultura che noi cerchiamo di contrastare. Noi cerchiamo di riproporre una cultura della vita, della luce, contro questa cultura di tenebre, di buio, perché noi crediamo, come cristiani, che dopo la morte c’è un’altra vita, per cui non vaghiamo in questo mondo alla ricerca di una pace come vuol farci passare la cultura di Halloween. Noi, in realtà, sappiamo che dopo il nostro passaggio in questa vita, dopo la morte, ci sarà la risurrezione insieme a Gesù. Quindi, il messaggio è completamente differente: il messaggio di Halloween è tendenzialmente un messaggio di dispersione delle anime che vagano nel mondo, mentre noi non crediamo a questo. Poi, certo, ci rendiamo conto che la nostra iniziativa è una delle tante che ci sono in Italia, ma dall’altra parte ce ne stanno altrettante che vogliono proporre questa cultura di Halloween che - al di là del business che sta portando e per cui c’è anche una scelta legata al business - porta fondamentale un messaggio che non è proprio giusto per chi ha scelto la via del Signore.

Perché ora si tende sempre di più ad aiutare i giovani a festeggiare la notte del 31 ottobre in modo cristiano? Luca Collodi lo ha chiesto a Carlo Climati, giornalista e direttore del Laboratorio di Comunicazione presso l’Università Europea di Roma:

“Perché c’è maggiore consapevolezza del problema di Halloween, che è una festa sempre più popolare. Non è soltanto una festa che si può considerare come un secondo carnevale, in cui la gente si traveste, ma è una festa che dà occasione anche di creare incontri con il mondo dell’occultismo. Intorno ad Halloween, fioriscono le feste nelle discoteche con tematiche esoteriche, dove i ragazzi, oltre a ballare, possono addirittura incontrare dei maghi o dei cartomanti, che hanno una loro postazione. Quindi, partendo da questa esperienza di ballo e di tempo libero, in realtà si avvicinano poi al mondo dell’occultismo. Questo cocktail micidiale che c’è a volte tra un certo tipo di musica, di feste in discoteca e certe suggestioni, in un terreno come quello di oggi – che è un terreno di incomunicabilità, di sofferenza, di disagio sociale, di famiglie distrutte, di giovani che non hanno punti di riferimento – può stimolare un avvicinamento molto più forte al mondo dell’occultismo e del satanismo, che diventa una risposta e colma dei vuoti. Quindi è bene – ed io sono veramente contento – che ci siano queste belle iniziative, in cui si propone una visione diversa di questa festa: si propone la luce al posto dell’oscurità e si recupera la nostra vera tradizione, la tradizione dei santi e della commemorazione dei defunti”.

Richiamare il senso cristiano della vigilia di Ognissanti, senza restare culturalmente passivi, è anche una possibile risposta all’invito di Papa Francesco a non essere “cristiani all’acqua di rose”. Su cosa questa festa rappresenti per un cristiano, Cecilia Sabelli ha intervistato mons. Marek Jedraszewski, arcivescovo metropolita di Lodz, in Polonia:

R. - Per noi, naturalmente la festa di Ognissanti è la celebrazione della verità. Tutti noi, nel corso della vita, andiamo verso l’incontro con Cristo, con quel Padre che ha dimore per noi preparate. Noi vorremmo già prepararci al momento in cui si deciderà la nostra eternità, momento in cui, in un certo senso, si compirà tutto quello che ha così perfettamente dipinto Michelangelo nella Cappella Sistina: naturalmente noi vorremmo stare alla destra del Signore per entrare con Lui nella gioia eterna. Quella è la fine della nostra vita, iniziata al momento del Battesimo, e questa è proprio quella verità che dobbiamo celebrare e insieme pregare per la grazia della salvezza eterna. Nel giorno che segue la festa di Ognissanti, si celebra la Commemorazione di tutti i fedeli defunti: è nostro dovere ricordarli ed esprimere il nostro amore solidale verso quelli che adesso si trovano in Purgatorio per poi entrare nella Gloria di Dio. Loro si stanno preparando a questo momento e noi li possiamo aiutare con le nostre preghiere e le nostre buone azioni. Per questo motivo, pregare per loro è indispensabile soprattutto quando andiamo presso le tombe dei nostri defunti: genitori, amici, tutti quelli che erano per noi una “grazia”.

D. – Ma come si può riportare Cristo al centro della vigilia di Tutti i Santi: quali idee e risorse suggerisce alle famiglie e alle comunità?

R. – Posso dire cosa faccio io: nella mia cattedrale, durante la notte che precede la celebrazione della festa di Ognissanti, arriverà una grande folla di giovani per la commemorazione dei Santi. Bisogna comunque sempre ricordare che Halloween è una festa pagana e perciò anti-cristiana. Bisogna fare un grande sforzo educativo, anche per i bambini, per far capire che quel costume che si sta diffondendo in Europa affonda le sue radici nel mondo passato, di tanti secoli fa: un mondo pagano, che non si accorda per niente con la visione piena di gioia e speranza, che ci ha dato Gesù Cristo.







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