2013-10-31 09:40:35

Il Papa: non si può essere cristiani senza porre l'amore di Cristo al centro della propria vita


Alla vigilia della Solennità di Tutti i Santi, Papa Francesco ha celebrato ieri la Messa nella Basilica di San Pietro presso l’altare dove è custodita la tomba del Beato Giovanni Paolo II. Erano presenti oltre un centinaio di sacerdoti e vari fedeli. Il Papa ha commentato le letture del giorno: la lettera di San Paolo ai Romani in cui l’apostolo delle Genti parla del suo amore per Cristo e il passo del Vangelo di San Luca in cui Gesù piange su Gerusalemme che non ha capito di essere amata da lui. Il servizio di Sergio Centofanti:RealAudioMP3

“Nessuno può allontanarmi dall’amore di Cristo”. Il Papa parte da questa certezza di Paolo: “il Signore gli aveva cambiato la vita” e ora “questo amore del Signore” è il centro della sua esistenza. Le persecuzioni, le malattie, i tradimenti, niente di tutto quello che ha vissuto o che potrà accadere può ormai allontanarlo dall’amore di Cristo:

“Era il centro proprio della sua vita, il riferimento: l’amore di Cristo. E senza l’amore di Cristo, senza vivere di questo amore, riconoscerlo, nutrirci di quell’amore, non si può essere cristiano: il cristiano, quello che si sente guardato dal Signore, con quello sguardo tanto bello, amato dal Signore e amato sino alla fine. Sente... Il cristiano sente che la sua vita è stata salvata per il sangue di Cristo. E questo fa l’amore: questo rapporto d’amore”.

C’è poi l’immagine della “tristezza di Gesù, quando guarda Gerusalemme” che non ha capito il suo amore che paragona a quello di una chioccia che vuole raccogliere i pulcini sotto le ali:

“Non ha capito la tenerezza di Dio, con quell’immagine tanto bella, che dice Gesù. Non capire l’amore di Dio: il contrario di quello che sentiva Paolo. Ma sì, Dio mi ama, Dio ci ama, ma è una cosa astratta, è una cosa che non mi tocca il cuore ed io mi arrangio nella vita come posso. Non c’è fedeltà lì. E il pianto del cuore di Gesù verso Gerusalemme è questo: “Gerusalemme, tu non sei fedele; tu non ti sei lasciata amare; e tu ti sei affidata a tanti idoli, che ti promettevano tutto, ti dicevano di darti tutto, poi ti hanno abbandonata”. Il cuore di Gesù, la sofferenza dell’amore di Gesù: un amore non accettato, non ricevuto”.

Il Papa invita a riflettere su queste due icone: “quella di Paolo che resta fedele fino alla fine all’amore di Gesù” e in questo amore, lui che “si sente debole, si sente peccatore”, “trova la forza per andare avanti, per sopportare tutto”. E dall’altra parte c’è Gerusalemme, il popolo infedele, “che non accetta l’amore di Gesù, o peggio ancora” che “vive quest’amore ma a metà: un po’ sì, un po’ no, secondo le proprie convenienze”:

“Guardiamo la fedeltà di Paolo e l’infedeltà di Gerusalemme e al centro guardiamo Gesù, il suo cuore, che ci ama tanto. Che possiamo farcene? La domanda: io somiglio più a Paolo o a Gerusalemme? Il mio amore a Dio è tanto forte come quello di Paolo o il mio cuore è un cuore tiepido come quello di Gerusalemme? Il Signore, per intercessione del Beato Giovanni Paolo II, ci aiuti a rispondere a questa domanda. Così sia!”.


Ultimo aggiornamento: venerdì 1° novembre 2013







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