2013-10-31 11:11:46

Il card. Turkson a Gerusalemme: la pace non è solo assenza di guerra, ma tutela della dignità umana


Non la mera assenza di guerra, ma la tutela della dignità e dei diritti della persona umana: è questa la pace nel senso pieno del termine, così come descritta dall’Enciclica Pacem in Terris, siglata da Giovanni XXIII cinquant’anni fa. A ricordarlo è stato il card. Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, nel corso di una lectio magistralis tenuta a Gerusalemme, presso la Facoltà di Teologia dell’Università salesiana. Il servizio di Isabella Piro:

“La dignità ed i diritti delle persone – ha detto il card. Turkson – sono una priorità della società e devono essere riconosciuti, rispettati, tutelati e promossi dalla società stessa”, perché “dove la giustizia regola i rapporti umani e tocca la dignità di ciascuno, allora là predomina la pace”. Nella sua lunga lezione, il porporato – studente egli stesso a Gerusalemme nel 1977 – ha evidenziato come il titolo dell’enciclica di Papa Roncalli rimandi al versetto del Vangelo di Luca “Gloria a Dio nell’alto dei Cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà”: il che significa che “la pace è un dono di Dio per tutti gli uomini, perché Dio ama tutti, e tale dono diventa una realtà solo per coloro che lo accettano”, e che “rispettano quanto stabilito da Dio”. In questo senso, ha continuato il card. Turkson, “la Pacem in Terris offre una visione antropologica cristiana dell’uomo”, i cui fondamenti costitutivi sono “la dignità e la relazione”, dalle quali derivano “diritti e doveri”. Per questo, il presidente di Giustizia e Pace ha evidenziato come l’uomo, fondamentalmente libero, possa scegliere il bene o il male: se quindi i conflitti nascono tra gli uomini, è anche vero che è sempre tra gli uomini che la pace ha possibilità di scaturire. Il card. Turkson si è poi soffermato sui singoli capitoli dell’enciclica di Papa Roncalli, mettendone in risalto alcuni concetti fondamentali: la necessità di eliminare le discriminazioni tra gli uomini; la tutela della libertà da parte delle autorità, perché “ogni potere dovrebbe perseguire il bene comune e proteggere i deboli”; la fiducia tra Stato e Stato che implica l’attuazione dei trattati internazionali, lo stop alla corruzione, il rispetto della legge e le giuste sanzioni in caso di violazioni. “L’autorità politica – ha sottolineato il porporato – se è orientata verso il bene comune universale, deve necessariamente essere fondata sulla dignità della persona umana come essere libero, titolare di diritti e doveri”. Per questo, ha aggiunto, “la pace deve essere fondata su quattro pilastri: verità, giustizia, amore e libertà”, che rappresentano “le basi per uno sviluppo armonioso e per la solidarietà tra le popolazioni”. Guardando, poi, all’obiettivo della formazione portato avanti dall’Università salesiana, il card. Tukson ha evidenziato tre caratteristiche peculiari dell’educazione cattolica: essere completa, ovvero capace di abbattere la separazione tra fede e vita; essere contestualizzata, perché “tutti i fedeli hanno il dovere di partecipare attivamente alla vita pubblica, contribuire alla comunità politica ed aiutare la famiglia umana a realizzare il bene comune”. Infine, la formazione cattolica deve puntare alla collaborazione anche con i non cattolici e i non credenti, dialogando con loro nel campo economico, sociale e politico, “per la promozione dell’autentico bene”. Nell’ultima parte della sua lezione, il porporato ha sottolineato il legame tra Giovanni XXIII e Papa Francesco, mettendo in evidenza i richiami dell’attuale Pontefice a “costruire la pace, costruire ponti” per porre fine alle ingiustizie e alle diseguaglianze nel mondo. “Per esplorare nuove frontiere di pace – ha concluso il card. Turkson – un buon punto di partenza è in noi stessi”. Nella giornata di domani, il presidente del Dicastero vaticano per la Giustizia e la pace parteciperà alla manifestazione “Mine per vigneti”, ideata dall’organizzazione umanitaria “Radici di pace” (“Roots of peace”) che da anni lavora alla bonifica di terreni minati, trasformandoli nuovamente in zone agricole. Gli eventi di domani si svolgeranno nella mattinata, in due località: il luogo del Battesimo di Gesù, lungo il fiume Giordano, e nel villaggio di Husan, non lontano da Betlemme.







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