Centrafrica: nell'est è emergenza umanitaria, cinquemila civili nel vescovado di Bouar
Circa 5 mila persone sono rifugiate da qualche giorno nel vescovato di Bouar, nel
Centrafrica, dopo i violenti scontri di sabato scorso. Uomini delle milizie anti-balakas
(anti-machete) pesantemente armati hanno accerchiato la località di 40 mila abitanti
entrando in conflitto con i soldati dell’esercito e causando la fuga di più di 6 mila
civili. Almeno 12 i morti e diversi i feriti. A Bouar, il missionario betharramita
Beniamino Gusmeroli, nei giorni scorsi aveva accolto nella missione di Fatima diverse
persone in fuga dai combattimenti. “Abbiamo cercato di dare loro assistenza come potevamo,
donando loro acqua, un piatto di riso e di zucca. In tutte le stanza della missione,
nella cappella nei corridoi cucina lavanderia, erano stipati come potevano per passare
la notte” racconta il missionario all'agenzia Fides. “Adesso queste persone sono rientrate
a casa ma nella cattedrale di St Laurent ci sono ancore centinaia di sfollati, che
sono assistiti da Medecins Sans Frontière perché la situazione igienica rischiava
di degenerare. La Fomac ha assicurato loro che potranno presto rientrare a casa perché
la situazione è ormai stabile”. Nelle ultime settimane a Bouar gruppi di ribelli che
si rifiutano di disarmare continuano a uccidere, rubare e saccheggiare, spingendo
la popolazione ad organizzarsi in milizie. A sette mesi dal colpo di Stato, le nuove
autorità di transizione non riescono a ristabilire l’ordine nell’ex colonia francese.
Se la situazione è in via di miglioramento a Bangui, la capitale, soprattutto grazie
al dispiegamento di soldati di altri Paesi africani, si è invece deteriorata nelle
regioni occidentali e settentrionali, aggravando ulteriormente la crisi umanitaria.
Bouar da sabato è una città fantasma, dalle strade vuote, mentre è emergenza nella
sede vescovile dove è stato anche allestito un piccolo Centro medico. Ma ogni giorno
che passa diventa sempre più difficile provvedere al cibo, ai beni di prima necessità
e agli alloggi. Per questo la Chiesa locale, riferisce il portale www.rfi.fr, ha chiesto
aiuti per assistere i rifugiati che continuano ad aumentare di giorno in giorno. (T.C.)