Udienza generale. Il Papa: essere in comunione con Dio e tra noi ci aiuta a superare
dubbi e insicurezze
“Essere uniti fra noi ci conduce ad essere uniti con Dio”: è uno dei passaggi forti
della catechesi di Papa Francesco all’udienza generale in Piazza San Pietro, incentrata
sulla comunione dei santi. Tutti, ha detto il Papa, abbiamo sperimentato limiti e
insicurezze, anche dubbi nel cammino della fede. E tuttavia, ha ammonito, non dobbiamo
spaventarci ma sempre confidare in Dio e nell’aiuto del prossimo. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
Noi non siamo
soli, facciamo parte di “una comunione di vita tra tutti coloro che appartengono a
Cristo”. Papa Francesco ha iniziato così la sua catechesi, dedicata al tema della
“comunione dei santi”. Una realtà, ha detto, “tra le più consolanti della nostra fede”
ed ha rammentato che “i primi cristiani erano chiamati anche i santi”. Ma in
che cosa dunque si caratterizza questa comunione della Chiesa?
“La Chiesa,
nella sua verità più profonda, è comunione con Dio, familiarità
con Dio, comunione di amore con Cristo e con il Padre nello Spirito Santo, che si
prolunga in una comunione fraterna. Questa relazione tra Gesù e il Padre è la ‘matrice’
del legame tra noi cristiani”.
Se siamo intimamente inseriti in questa
“matrice”, ha proseguito, “allora possiamo diventare veramente “un cuore solo e un’anima
sola tra di noi, perché l’amore di Dio brucia i nostri egoismi, i nostri pregiudizi”,
“brucia anche i nostri peccati”. Del resto, ha proseguito, se c‘è questo radicamento
nella “sorgente dell’Amore che è Dio, allora si verifica anche il movimento reciproco:
dai fratelli a Dio”:
“Essere uniti fra noi ci conduce ad essere uniti con
Dio, a questo legame con Dio che è nostro Padre. La nostra fede ha bisogno
del sostegno degli altri, specialmente nei momenti difficili. E se noi
siamo uniti, la fede viene forte. Quanto è bello sostenerci gli uni gli altri nell’avventura
meravigliosa della fede!”.
Dico questo, ha spiegato il Papa, “perché la
tendenza a chiudersi nel privato ha influenzato anche l’ambito religioso” e così molte
volte si “fa fatica a chiedere l’aiuto spirituale di quanti condividono con noi l’esperienza
cristiana”:
“Chi di noi – tutti, tutti! – chi di noi non ha sperimentato
insicurezze, smarrimenti e perfino dubbi nel cammino della fede? Tutti! Tutti abbiamo
sperimentato questo: anche io. Tutti. E’ parte del cammino della fede, è parte della
nostra vita. Tutto ciò non deve stupirci, perché siamo esseri umani, segnati da fragilità
e limiti. Tutti siamo fragili, tutti abbiamo limiti: non spaventatevi. Tutti ne abbiamo!”.
Tuttavia,
“in questi momenti difficoltosi”, è stata la sua esortazione “è necessario confidare
nell’aiuto di Dio, mediante la preghiera filiale” e al tempo stesso, “è importante
trovare il coraggio e l’umiltà di aprirsi agli altri per chiedere aiuto, per chiedere
una mano”:
“Dammi una mano, ho questo problema. Quante volte l’abbiamo fatto!
E poi, siamo riusciti ad uscire dal problema e incontrare Dio un’altra volta. In questa
comunione – comunione che vuol dire ‘comune unione’, tutti uniti, comune unione –
in questa comunione siamo una grande famiglia, tutti noi, dove tutti i componenti
si aiutano e si sostengono fra loro”.
Il Papa si è quindi soffermato su
un altro aspetto: la comunione che va “al di là della vita terrena, va oltre la morte
e dura per sempre”. Questa unione fra noi, ha detto, “va al di là e continua nell’altra
vita”. E’ un’unione, ha ribadito, che “non viene spezzata dalla morte” ma, grazie
a Cristo risorto “è destinata a trovare la sua pienezza nella vita eterna”. La “memoria
della fede”, ha soggiunto, “è una realtà nostra” che “ci fa fratelli, che ci accompagniamo
nel cammino della vita”:
“Andiamo su questo cammino con fiducia, con gioia.
Un cristiano dev’essere gioioso, con la gioia di avere tanti fratelli battezzati che
camminano con noi, e anche con l’aiuto dei fratelli e delle sorelle che fanno questa
strada per andare al Cielo, e anche con l’aiuto dei fratelli e delle sorelle che sono
in Cielo e pregano Gesù per noi. Avanti per questa strada, e con gioia!”.
Al
momento dei saluti ai pellegrini italiani, il Papa non ha quindi mancato di ricordare
la Solennità di tutti i Santi, con un pensiero particolare a giovani, malati e nuovi
sposi:
“La loro testimonianza di fede rafforzi in ciascuno di voi, cari
giovani, la certezza che Dio vi accompagna nel cammino della vita; sostenga voi, cari
ammalati, alleviando la vostra quotidiana sofferenza; e sia di aiuto a voi, cari sposi
novelli, nel costruire la vostra famiglia sulla fede in Dio”.