Siria: il regime parteciperà alla conferenza Ginevra 2. Tolto l’assedio in tre villaggi
cristiani
Ieri il regime di Damasco ha annunciato ufficialmente la sua presenza alla conferenza
di pace Ginevra 2, mentre il presidente Assad ha concesso una nuova amnistia generale.
Intanto cresce l’allarme sanitario per un’epidemia di poliomelite nel Paese, mentre
sono stati liberati tre villaggi cristiani tenuti per settimane sotto assedio dai
ribelli. Il servizio è di Salvatore Sabatino:
Tutto gira intorno
alla Conferenza di pace Ginevra 2. Il regime siriano ci sarà. Lo ha sottolineato il
ministro degli Esteri di Damasco Walid al-Muallim, in un incontro con Lakhdar Brahimi,
inviato speciale di Lega Araba e Onu. I ribelli, invece, si spaccano, e restano della
posizione – quelli più radicali – che chi andrà a Ginevra sarà considerato un traditore.
Di certo Assad ieri ha stupito con due mosse a sorpresa: la concessione di una nuova
amnistia generale e la decisione di silurare il vice premier Jalil. Decisioni che
non fermano certo le violenze, proseguite per tutta la giornata ed in tutto il Paese.
Una guerra che continua a produrre decine di morti ogni giorno, e che è causa di una
delle più grandi emergenze umanitarie della storia. Ieri l’Oms ha lanciato l’allarme
per un’epidemia di poliomelite. Per evitare il diffondersi della malattia Save the
Children ha chiesto con forza un'interruzione dei combattimenti per permettere intense
campagne di vaccinazione su entrambi i fronti coinvolti nel conflitto. Infine una
buona notizia. Sono stati liberati almeno 3 villaggi cristiani nell’area di Homs e
Damasco, per settimane sotto assedio dei ribelli.
Sulla situazione a Sadad,
uno dei villaggi cristiani liberati dall’esercito regolare, ascoltiamo padre Ziad
Hilal, che proprio ieri mattina si è recato nella cittadina siriana. L’intervista
è di Helene Destombes:
R. – J’étais
à Sadad, avec un autre prêtre, …
Mi sono recato a Sadad, con un altro prete
siriaco-cattolico. Ci sono molti edifici, molte case danneggiate o addirittura distrutte;
tra questi, la scuola del villaggio, anch’essa invasa e distrutta, come anche gli
altri edifici ufficiali. Sono andato a vedere le quattro chiese, delle quali tre siriaco-ortodosse
e una chiesa siriaco-cattolica: sono danneggiate tutte e quattro, sono state utilizzate
come ricovero da integralisti che erano venuti nel villaggio. Ci sono dentro materassi,
coperte … Hanno anche scritto degli slogan sui muri delle chiese, all’interno, sull’altare,
ovunque … Hanno spaccato il santissimo sacramento in tutti gli altari delle quattro
chiese; i danni sono grandi nelle chiese, ma anche nelle strade. Ho potuto incontrare
il prete che mi ha detto che fino a ieri sono stati sepolti 29 cristiani del villaggio;
ce ne sono ancora due da lui … Ecco, questo è quello che ho visto, finora.
D.
– Quanti cristiani erano stati assediati in questa cittadina?
R. – J’ai vu
pas mal: il y avait à peux près 1.500 personnes là-bas, ils n’ont pas … Ce n’erano
parecchi: c’erano circa 1.500 persone che non sono potute uscire. Questa mattina ho
visto alcune vetture piene di bambini, uomini e donne che hanno vissuto questi giorni
terribili e che hanno preferito andare via per qualche giorno, venire a Homs o in
altre località, ma non so se vorranno tornare …
D. – In questo momento, chi
si prende cura di queste famiglie? Ci sono delle organizzazioni umanitarie, delle
associazioni che se ne occupano?
R. – En fait, jusqu’à maintenant, ce sont
les églises qui organisent les aides humanitaires … A tutt’oggi, sono le Chiese
che organizzano gli aiuti umanitari. Stiamo contattando le diverse organizzazioni
per far fronte all’urgenza ed aiutare le persone. Non bisogna nemmeno dimenticare
che è compito dello Stato, lavorare per risistemare le strade, le scuole, gli edifici
ufficiali.
D. – I ribelli che si trovavano nel villaggio di Sadad, sono fuggiti
o sono stati uccisi dall’esercito?
R. – Il y avait un combat; la plupart, ils
ont fui, les autres je pense ils ont été abattu. … C’è stato un combattimento;
la maggior parte di loro è fuggita, e penso che gli altri siano stati uccisi.
Il volto di questa guerra sta continuamente cambiando ed è ormai provato che
in Siria siano entrati ribelli provenienti da altri Paesi, combattenti islamici affiliati
alla galassia di Al Qaeda. Una situazione intricata, che rischia di rendere difficile
una qualsiasi soluzione a breve termine. Salvatore Sabatino ha intervistato
Mons. Mario Zenari, nunzio apostolico a Damasco:
R. – Direi che
questo è sotto gli occhi di tutti. La storia di questo conflitto è veramente complicata:
se lo si osserva dalle prime settimane, dai primi mesi, dal primo anno in poi, si
vede che il conflitto è andato aggrovigliandosi e complicandosi. Credo che, se non
si riesce a districare quanto prima questa matassa, andrà complicandosi ancora di
più e a rendere sempre più difficile una soluzione che tutti ci auguriamo.
D.
– Da tre mesi non si hanno più notizie di padre Paolo Dall’Oglio, molto apprezzato
in Siria per il suo impegno per il dialogo e la pace. Ha notizie al riguardo?
R.
– Beh, ogni tanto a questa nunziatura giungono delle voci, di cui è difficile controllare
la consistenza; voci di ogni sorta … Io mi tengo in contatto con la sua comunità monastica
di Mar Moussa, ogni tanto telefono o li incontro, li incoraggio perché sono coloro
che più ne soffrono, questi suoi figli spirituali. Naturalmente, bisogna sempre conservare
la speranza che possa, prima o poi, risolversi felicemente questo dramma, questa sofferenza,
per tutti noi...