Israele: liberati 26 detenuti palestinesi. Ma Israele approva un altro insediamento
Sono state avviate alla mezzanotte di martedì le procedure per il rilascio di 26 prigionieri
politici palestinesi, approvato domenica scorsa dal governo israeliano. Si tratta
del secondo scaglione dei 104 palestinesi che il premier Benjamin Netanyahu si è impegnato
a scarcerare nell’ambito del negoziato bilaterale israelo-palestinesi mediato da Washington.
Secondo l’agenzia palestinese Maan ripresa dalla Misna, 21 dei prigionieri sono stati
rilasciati in Cisgiordania e cinque nella Striscia di Gaza. Quelli residenti in Cisgiordania
sono stati trasportati, per una cerimonia ufficiale, alla Muqata – il quartier generale
dell’Autorità nazionale palestinese a Ramallah – dove ad accoglierli c’era il presidente
Mahmoud Abbas, i familiari e centinaia di persone. È possibile che anche il governo
di Hamas organizzi dei festeggiamenti a Gaza poiché quattro dei 26 detenuti fanno
parte del movimento islamico che di fatto governa il territorio. Anche questo secondo
gruppo di prigionieri come il primo, altre 26 persone liberate il 14 agosto, era composto
da gente in carcere da prima o subito dopo la firma degli Accordi di Oslo nel 1993.
Hanno scontato fra 19 e 28 anni e le famiglie premevano per il loro rilascio. Sul
fronte palestinese la gioia della liberazione è stata stemperata dalla notizia che
Israele ha approvato altre 1500 unità abitative a Gerusalemme est. Le nuove abitazioni
sorgeranno nell'insediamento di Ramat Shlomo. Per i funzionari del governo i nuovi
insediamenti sono frutto di un accordo stipulato con Usa e Autorità palestinese, ma
Ramallah nega. Già nell'agosto scorso Israele aveva annunciato la costruzione di 2mila
abitazioni, pochi giorni dopo il rilascio degli altri 26 detenuti palestinesi. (R.P.)