Combattere la povertà per vincere la crisi economica. Ma i politici non ci credono
Paolo Beccegato, vice-direttore Caritas italiana I dati Istati
sulla povertà assoluta che interessa l'8% della popolazione italiana, ci dicono che
nel Paese non c'è voglia di parlare di povertà, di disoccupazione, dei veri problemi
che colpiscono la gente. Il dato Istat, relativo al 2012, secondo i nostri dati aggiornati
con le richieste che arrivano ai nostri centri Caritas, peggiorerà nel 2013. Molti,
ormai, non chiedono più lavoro ma pacchi viveri. Non c'è più lavoro e la richiesta
è di erogare beni e servizi per le famiglie che fanno fatica ad arrivare alla fine
del mese. Famiglie monoreddito con figli. E l'aumento di separazioni e divorzi, spesso,
crea ulteriore povertà. Ma cosa fanno i politici per aggredire questa situazione?
Purtroppo la politica fa molto poco. In vista della discussione della Legge
di Stabilità, la Caritas ha offerto una serie di suggerimenti con al centro politiche
di sostegno alla famiglia. Ma non se ne è fatto nulla. Inoltre, anche gli aiuti europei
contro la povertà, alla fine dell'anno, verranno meno. Il tema della povertà delle
famiglie, con al centro la questione dei minori, dell'usura, della disoccupazione,
dell'indebitamento, con la mancanza del rilancio del microcredito, del mancato adeguamento
delle pensioni al costo della vita e delle indennità di disoccupazione, del reddito
di reinserimento sociale, non è al centro del dibattito politico. Va ridistribuita
meglio la spesa sociale che è spesa male. Ma di tutto ciò non c'è traccia nella legge
di stabilità, con il rischio di un incremento della povertà della società italiana.
(a cura di Luca Collodi)