Terra Santa. Il patriarca Twal: per la pace "sanare l'educazione dei giovani"
Ripartire dal rispetto della persona e dalla fiducia reciproca che rappresentano il
cuore del problema del dialogo tra musulmani, ebrei e cristiani e sanare l’educazione
dei giovani per arrivare alla pace. L’esortazione è arrivata dal patriarca latino
di Gerusalemme, Fouad Twal, che domenica scorsa ad Assisi ha rinnovato, insieme a
rappresentanti ebrei e musulmani, l’impegno per la pace in Medio Oriente. “In molti
Paesi ci sono tensioni, il terrorismo internazionale e i movimenti fondamentalisti
sono sempre più all’opera - ha detto mons. Twal - ma la Chiesa va contro corrente
e continua a dire: la pace è possibile”. Il patriarca ha ricordato la situazione dei
cristiani in Terra Santa: “siamo e rimaniamo la Chiesa del Calvario, a causa dell’occupazione
militare israeliana, dell’emigrazione dei cristiani, di un terrorismo che non risparmia
nessuno, di un conflitto che non trova soluzione”. Non sono mancati cenni ai sempre
più frequenti atti “di vandalismo a danno di chiese, cimiteri, luoghi religiosi delle
diverse comunità, operati da estremisti, di fanatici che non hanno nulla a che fare
con la vera religione”. A riguardo - riferisce l'agenzia Sir - mons. Twal ha sottolineato
che “non bastano le espressioni di condanna da parte delle autorità civili o militari,
ma siamo chiamati ad agire, a sradicare le cause di tali fenomeni, a sanare l’educazione
delle nuove generazioni. Come rappresentanti delle tre religioni monoteiste - ha concluso
- abbiamo una responsabilità grande per la pace. La preghiera è educazione alla pace.
La guerra, le tensioni, gli squilibri cominciano dentro di noi. Anche i muri che vediamo
a Betlemme e a Gerusalemme sono la traduzione di altri muri nel cuore e nella testa
dell’uomo: muro di odio, di paura e di sfiducia. Non mi stancherò mai di ripetere
che la pace è possibile, che è possibile un mondo diverso”. (R.P.)