Colombia: iniziativa del Cisp per la protezione dei minori contro il turismo sessuale
“Apri gli occhi Colombia”, con questo titolo il Cisp-Sviluppo dei Popoli e l’Agenzia
presidenziale per la cooperazione internazionale colombiana (Apc) hanno dato il via
alla campagna di sensibilizzazione sulla prevenzione e la protezione dei minori contro
lo sfruttamento e l’abuso sessuale. L’iniziativa mira a informare il pubblico sulla
pesante realtà degli abusi sui diritti di bambine, bambini e adolescenti e su come
salvaguardarli dai rischi di sfruttamento. La Colombia è una delle mete del “turismo
sessuale”, che coinvolge almeno 80 mila italiani ogni anno. A spiegarci la gravità
della situazione è Luigi Grando, direttore del Cisp-Sviluppo dei Popoli intervistato
da Stefano Leszczynski:
R. – Purtroppo,
è molto grave: parliamo di 35 mila minori vincolati all’attività di sfruttamento sessuale,
molti dei quali hanno anche meno di 10 anni, e purtroppo vede un coinvolgimento dei
turisti italiani: siamo i primi della lista, tanto in Colombia come in altri Paesi
e anche in Kenya dove siamo impegnati, allo stesso modo, in attività di contrasto
a questo fenomeno.
D. – L’Italia aveva anche adottato dei protocolli per la
sensibilizzazione di chi si recava all’estero. In effetti, cosa avviene invece, oggi?
R.
– Quello che avviene è quello che avviene da tanto tempo: la presenza di un turismo
alla ricerca di attività sessuali con i minori, che purtroppo trova nella povertà,
ma anche nell’emarginazione di certe zone del mondo, tra queste anche la Colombia,
un facile ambiente di proliferazione di questa attività. Noi siamo presenti da 12
anni in Colombia con vari progetti e da quasi 10 anni anche in Kenya, dove abbiamo
sviluppato varie iniziative con il finanziamento della cooperazione italiana, della
Commissione europea, cercando di lavorare a stretto contatto con le istituzioni dei
Paesi lo Stato colombiano in particolare, in questo caso; e questa iniziativa è un
po’ il frutto di questa storia. L’Agenzia presidenziale per la cooperazione colombiana
sta co-finanziando con noi questa iniziativa, questa attività che prevede sia attività
di sensibilizzazione ma anche formazione per funzionari pubblici come anche azioni
di attenzione e di contrasto diretto al fenomeno.
D. – Il titolo dell’iniziativa
colpisce: “Apri gli occhi, Colombia”. Un’esortazione quasi di tipo sociale, come se
il Paese avesse finora rifiutato di vedere un problema reale che c’era al suo interno
…
R. – Certo, un po’ era così. Il primo punto è quello di ammettere che esiste
il problema: tutti devono riconoscere il problema. Noi diciamo che non solo gli sfruttatori
hanno delle responsabilità, ma anche chi gira lo sguardo dall’altra parte e non fa
la sua parte per contrastare il fenomeno. Quindi siamo tutti maggiorenni, siamo
responsabili e dobbiamo essere sempre più responsabili per garantire il benessere
e i diritti dei bambini.