Caso datagate per Spagna e Italia: spiate rispettivamente 60 milioni e 46 milioni
di telefonate in un mese
In primo piano la questione datagate. Obama era all'oscuro e ha già ordinato di fermare
i programmi con cui la National Security Agency (NSA) ha spiato la cancelliera tedesca
Angela Merkel e altri leader mondiali. Questo riporta la stampa negli Stati Uniti,
mentre, dopo la Germania, si parla di decine di milioni di telefonate spiate in un
mese in Italia e in Spagna. Ricordiamo che tutto emerge dai documenti della 'talpa'
Edward Snowden, l’informatico ex tecnico della Cia, pubblicati dal quotidiano britannico
The Guardian. Il servizio di Fausta Speranza
Oltre alle
indiscrezioni di stampa su un Obama sorpreso e deciso a interrompere le intercettazioni,
c’è il pronunciamento della Commissione intelligence del Senato Usa. La presidente
assicura: la Casa Bianca fermerà la raccolta dati su Paesi alleati. E promette un’inchiesta.
Insomma c’è l’ammissione: per oltre un decennio il monitoraggio c’è stato e c’è la
denuncia: il Senato e il presidente non ne sono stati informati in maniera soddisfacente.
E se in Germania a colpire è stato il fatto che le telefonate della stessa cancelliera
fossero ascoltate, in Spagna e in Italia colpiscono i numeri: si parla rispettivamente
di 60 milioni e 46 milioni di conversazioni registrate in un solo mese. Berlino annuncia
a seduta straordinaria del Bundestag il 18 novembre. Madrid interpella ufficialmente
l’ambasciatore statunitense. A Roma si fissano audizioni di chiarimento a livello
di organi competenti, ma c’è anche la voce dell’intelligence italiana che invita a
non confondere monitoraggio di dati grezzi con spionaggio e sostiene che non ci sia
evidenza di intercettazioni massicce.