A Papa Francesco il premio "Comunicazione semplice" dell'Istituto Europeo Terzo Millennio
Assegnato a Papa Francesco il premio “Comunicazione semplice”. A conferirlo, indicando
nel Pontefice il comunicatore dell’anno, è stato lunedì l’Istituto Europeo Terzo Millennio
che a Roma, da dieci anni, si occupa di consulenza e formazione proprio nel settore
della comunicazione. A ritirare il riconoscimento il direttore della Sala stampa vaticana,
padre Federico Lombardi. L’idea del premio al Papa è partita dal direttore dell’Istituto,
Andrea Pizzicaroli. Gabriella Ceraso lo ha intervistato:
R. - Dieci
anni fa ho fondato l’Istituto europeo “Terzo millennio” con l’idea di fare formazione
e consulenza in comunicazione. E’ successo poi che è stato eletto questo Papa e nessuno
immaginava potesse essere una figura così forte e così comunicativa. Noi stessi ne
siamo rimasti sorpresi positivamente. Da qui l’idea di assegnare il premio “Comunicazione
semplice” con moltissima umiltà.
D. - Quali sono gli elementi che avete preso
in considerazione per definirlo tale?
R. - Qui parliamo di “comunicazione semplice”:
quella che cerchiamo di fare noi lavorando tanto sul semplificare i concetti che sono
complessi, per renderli fruibili.
D. - Quindi la comunicazione semplice non
è quella fatta di pochi elementi…
R. - E’ quella chiara e che cerca di arrivare
il più possibile a più persone trasmettendo un messaggio autentico, proprio come lo
si sente nel cuore. Il segreto è la sincerità: quando uno è sincero con se stesso
e con gli altri la comunicazione fluisce in maniera coerente; nessuno può mettere
in discussione quello che tu dici perché ne sei profondamente convinto. Se si è convinti
si comunica in maniera semplice e la gente lo capisce.
D. - Penso all’autenticità
e alla sincerità nelle parole del Papa che spesso rientrano nel suo parlare comune.
Il “buonasera”, il salutare, il congedarsi: anche questo rientra in una comunicazione
semplice?
R. - Sì. Questo Papa è riuscito in maniera deflagrante e soprattutto
nuova, innovativa ad arrivare direttamente alle persone. Papa Francesco spesso stringe
mani “alla pari”, in maniera diretta come se fosse un amico, un parente, una persona
cara come effettivamente lui è. Quindi, questo tipo di comunicazione ha rivoluzionato
tutto perché è un Papa “accessibile”.
D. - C’è chi ha detto che questo aspetto,
questa sua comunicazione semplice in qualche modo toglie addirittura sacralità alla
funzione. Chi adotta una comunicazione semplice, con le caratteristiche che lei ha
specificato, dunque toglie autorevolezza al suo dire?
R. - Assolutamente no.
Il messaggio che la comunicazione sia fruibile alle persone, che sia vicina non la
“denobilita” anzi la rende ancor di più affascinante, più bella e vera ed anche, secondo
me, più importante.
D. - In questi giorni arrivato un altro riconoscimento
per il Papa: i 10 milioni di follower che lo seguono su Twitter... Per un comunicatore
questo che significa; una comunicazione semplice ci può essere anche su queste piattaforme
digitali? Come la vede lei da professionista della comunicazione…
R. - Io la
vedo come un’arma a doppio taglio: sono affascinato ma non esaltato da questa comunicazione
troppo legata ad Internet. Il rischio grosso che stiamo correndo adesso è che la comunicazione
sia troppo sintetica; però è sicuramente efficace.