Tragedia dell’immigrazione: 40 persone morte di sete nel deserto tra Niger e Algeria
Almeno 40 migranti, tra cui donne e bambini, sono morti di sete al confine tra Niger
e Algeria. Lo hanno reso noto fonti locali precisando che il veicolo sul quale viaggiavano
è rimasto bloccato nel deserto, a decine di chilometri di distanza dall’oasi più vicina,
a causa di un guasto meccanico. 19 i superstiti. Il loro obiettivo era raggiungere
le coste del Mediterraneo per approdare in Europa. Amedeo Lomonaco ne ha parlato
con Enrico Casale, africanista della rivista “Popoli”.
R. – Il tragitto
per arrivare dall’Africa all’Europa meridionale è, per questi ragazzi che lo compiono,
molto duro. Noi siamo abituati a vedere le immagini di questi giovani che attraversano
il Mediterraneo per raggiungere Lampedusa. Ma questa è solo l’ultima tappa di un viaggio
che è iniziato mesi se non anni prima. Mi raccontavano testimoni che la tratta tra
Khartoum e l’oasi di Koufra, in Libia, è disseminata di tombe di giovani che sono
morti nel tentativo di venire in Europa. Questi ragazzi partono dall’Africa subsahariana
e compiono viaggi terribili.
D. – Un’ennesima tragedia che ci ricorda ancora
una volta la priorità di un’efficace cooperazione internazionale …
R. – Gli
immigrati eritrei, ma anche somali, hanno chiesto che si creino dei corridoi umanitari
che godano della protezione internazionale. Questi corridoi umanitari dovrebbero risalire
il deserto dall’Africa subsahariana e arrivare fino all’Europa. Questo sarebbe auspicabile
per evitare tragedie di proporzioni bibliche. Però, vedo anche molte difficoltà sia
nell’organizzazione, dal punto di vista logistico, di una struttura del genere, sia
dal punto di vista dei costi, perché richiederebbe un impegno economico sostanzioso
da parte dei Paesi europei.
D. – Lo sguardo dell’Unione Europea si concentra
soprattutto sul Mediterraneo. L’Europa sembra invece trascurare quanto accade oltre
questo tratto di mare …
R. – Sì, il dramma è che l’Unione Europea e i singoli
Paesi che la compongono continuano a pensare solo al contenimento, a livello del Mediterraneo,
di questi flussi. Ma anche se noi portiamo il contenimento più a Sud, non ha alcun
senso. L’Unione Europea e i Paesi che la compongono dovrebbero guardare anche alle
cause scatenanti questi flussi migratori. Troppo spesso l’Europa si è disinteressata
di queste tragedie che avvengono nell’Africa subsahariana: pensiamo alla tragedia
somala, dove da 20 anni è in corso una guerra civile che sta decimando la popolazione;
pensiamo ai regimi come quello eritreo, oppure al traffico di stupefacenti che dall’Africa
occidentale attraversa tutto il Continente e che sta portando la criminalità organizzata
anche in Africa, con conseguenze devastanti per la popolazione.