Scuola: i sindacati dicono no al blocco del contratto
Insegnanti in agitazione. I sindacati giudicano infatti in modo negativo il blocco
del contratto e degli scatti d’anzianità, previsti nella legge di stabiltà, e per
questo hanno indetto una grande manifestazione nazionale a Roma il 30 novembre. Secondo
le organizzazioni dei lavoratori, poi, pochi passi in avanti sono stati fatti per
risolvere l’annoso problema del precariato. Alessandro Guarasci:
Gli insegnanti
chiedono più attenzione al governo. Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda, in una manifestazione
oggi a Roma, hanno minacciato lo sciopero. Primo punto il contratto. Dunque rinnovo
della parte economica e normativa, sblocco degli scatti d’anzianità. Il commento di
Rino Di Meglio, segretario del sindacato Gilda:
"Negli ultimi cinque
anni, un insegnante medio ha perso qualcosa come 3400 euro netti. Su uno stipendio,
che è già basso, è una perdita gravissima, che riduce la capacità di spesa e qualche
volta anche quella di sopravvivenza".
Basta dire che un insegnante tedesco
guadagna il doppio di un italiano. E il rischio è che docenti mal pagati siano anche
poco motivati nell’insegnamento. C’è anche affrontare una volta per tutte il problema
del precariato. Sono circa 160 mila gli insegnanti che non hanno certezze su dove
e quando insegneranno. Il decreto del ministro Carrozza che immette in ruolo 69 mila
docenti rischia solo di andare a coprire chi va in pensione. E i problemi non si risolvono,
come vorrebbero alcuni, tagliando i fondi alle paritarie. La riflessione di Giorgio
Scrima, segretario della Cisl Scuola:
"Per fare un esempio, la scuola
dell’infanzia, in questo Paese, per il 48 per cento è garantita e assicurata dallo
Stato. Noi dobbiamo garantire il sistema integrato nazionale e non affrontare le questioni
in termini ideologici".
Insomma per i sindacati c’è una disattenzione,
voluta, della classe politica nei confronti della scuola.