Congo. Nord Kivu: l'esercito riconquista tre importanti località. Scoperte fosse comuni
In tre giorni di intensi scontri in Nord Kivu, le forze armate congolesi (Fardc) hanno
riconquistato tre importanti località finora sotto il controllo dei ribelli del Movimento
del 23 marzo (M23). Nelle ultime ore colpi d’arma da fuoco si sono fatti sentire a
Rubare, dove le ostilità sarebbero ancora in corso. Gli ultimi sviluppi sul fronte
dei combattimenti sono stati riferiti dall’emittente locale Radio Okapi che cita il
portavoce dell’esercito nella provincia, il colonnello Olivier Hamuli. Dopo Kibumba
e Kiwanja, anche Rutshuru è tornata sotto il controllo governativo. I soldati di Kinshasa
- riferisce l'agenzia Misna - sono stati accolti in un clima di festa e sollievo dalle
popolazioni di questi tre centri. Secondo Hamuli l’M23 “non ha opposto grande resistenza”
e la ribellione sarebbe “molto indebolita”. Dal canto suo la dirigenza del gruppo
ribelle, creato nel 2012, ha dichiarato di “rifiutarsi di combattere” e avrebbe deciso
di “ritirarsi da Kiwanja, per lasciarne il controllo alle forze della Monusco (locale
missione Onu)”. L’M23 ha poi avvertito che si ritirerà definitivamente dai colloqui
di pace di Kampala – sospesi il 21 ottobre – in caso di “mancata cessazione immediata
delle ostilità”, minacciando di “attuare una contro-offensiva su vasta scala contro
le posizioni nemiche”. Proprio a Kiwanja, 70 km a nord del capoluogo regionale di
Goma, occupata da un anno, un Casco blu tanzaniano è rimasto ucciso e numerosi saccheggi
sono stati denunciati nei combattimenti dello scorso fine settimana. La Monusco ha
confermato che dopo gli scontri a Kiwanja, “alcuni combattenti dell’M23 hanno deposto
le armi e si sono arresi nelle basi dell’Onu nel territorio di Rutshuru”. Da Kibumba,
25 km a nord di Goma, località dove gli scontri sono cominciati venerdì scorso, il
governatore regionale Julien Paluku ha annunciato la scoperta di due fossi comuni,
chiedendo l’apertura di un’inchiesta internazionale per “identificare e punire i responsabili”.
Rifugiatesi nel vicino parco del Virunga, centinaia di persone hanno cominciato a
rientrare a Kibumba; in soccorso degli sfollati la Monusco ha aperto un corridoio
umanitario. Nei giorni scorsi si sono anche riaccesi i toni del confronto politico-militare
tra Kinshasa e Kigali dopo che alcuni ordigni siano caduti in territorio ruandese.
“Se ciò dovesse ancora accadere, passeremo all’azione senza aspettare. I soldati ruandesi
sono pronti ad attuare un’operazione mirata in territorio congolese” ha dichiarato
l’ambasciatore ruandese all’Onu, Eugène Richard Gasana. Di fronte alla nuova escalation
di violenza nella ricca ed instabile provincia minerarie dal Nord Kivu, il Consiglio
di sicurezza dell’Onu potrebbe convocare già oggi una riunione d’urgenza sulla situazione
nell’est della Repubblica Democratica del Congo. (R.P.)