Arabia Saudita. Rinviata la protesta delle donne contro il divieto di guidare
Le donne saudite hanno rinunciato a mettersi al volante in massa, questo sabato, data
simbolica scelta per la protesta nazionale contro il divieto di guida in vigore dal
1990, in seguito alle minacce delle autorità di punire chiunque avesse aderito con
sanzioni molto alte: fino a cinque anni di carcere per coloro che sostenevano la manifestazione
su Internet. Nonostante questo, proprio sul web, due donne – una a Riad e l’altra
a Gedda – coperte da velo e occhiali scuri hanno sfidato il divieto postando le immagini
sui social network. Non sono state fissate date specifiche per il proseguimento della
campagna che chiede al governo ultraconservatore saudita di abolire il divieto, che
è dunque diventata “aperta” come ha spiegato l’attivista Najla al-Hariri. L’Arabia
Saudita è l’unico Paese al mondo in cui alle donne è impedito di guidare e in cui
hanno bisogno del permesso di un tutore maschio – padre, marito o fratello a seconda
dei casi – anche solo per viaggiare, lavorare e sposarsi. Il divieto di guida, tuttavia,
non è contenuto in alcuna legge, ma è stato un decreto del Ministero degli interni
a formalizzare quella che era già una consuetudine 23 anni fa. Nel settembre scorso,
inoltre, un leader religioso locale aveva emesso una fatwa in cui sosteneva che guidare
fosse pericoloso per la salute delle donne e per quella dei loro futuri figli. La
protesta femminile chiede ora alle autorità di fornire “motivazioni valide e legittime”
al divieto invece di fare appello alla “volontà del popolo”. (R.B.)