Dibattito sull’eutanasia: il contributo su Internet dei vescovi canadesi
Nel quadro dell’attuale dibattito in Canada sull’eutanasia e sul suicidio assistito,
l’organismo dei vescovi canadesi per la vita e la famiglia (Ocvf) ha aggiunto nel
proprio sito Internet (www.colf.ca) una nuova sezione dedicata all’argomento. L’obiettivo
è di arricchire, con ulteriori contributi ed analisi, la riflessione su questo delicato
tema, tornato al centro del dibattito pubblico nel Paese dopo la presentazione del
controverso progetto di legge n. 52 “sull’aiuto medico a morire”, in caso di morte
imminente o inevitabile. Una legge contro la quale si sta battendo in questi mesi
l'piscopato canadese, sostenuto da diverse associazioni e gruppi che insistono invece
sulla necessità di incrementare le cure palliative e l’accompagnamento dei malati
e delle loro famiglie. Tra i documenti pubblicati sulla pagina dell’Ocvf, figura la
Relazione presentata lo scorso settembre dalla Conferenza episcopale del Québec sulla
Legge 52 e una Dichiarazione congiunta del Collettivo dei medici per il rifiuto dell’eutanasia
e della rete “Vivre dans la Dignité”. Citando la Carta dei diritti e delle libertà
del Canada e la Carta dei diritti e delle libertà della persona del Québec, si boccia
il provvedimento come immorale e incostituzionale. La pagina propone anche una serie
di link con articoli di stampa e di riviste specializzate. In questi mesi, l’Ocvf
è intervenuto a più riprese contro la legge 52. In una dichiarazione ufficiale, pubblicata
lo scorso giugno, ha denunciato il tentativo, sotteso al provvedimento, di camuffare
con la formula “dell’aiuto medico a morire” la legalizzazione dell’eutanasia che per
il Codice penale canadese è un delitto. La nota richiamava anche l’attenzione sul
fatto che nei Paesi in cui l’eutanasia è stata legalizzata, “si è assistito ad una
crescente perdita di valore della vita umana e, in nome dell’efficienza, persone particolarmente
vulnerabili sono state incoraggiate a chiedere aiuto per morire”. Di qui, l’esortazione
a tutelare e proteggere le persone più deboli, poiché in gioco ci sono la “dignità
delle persone, la compassione e la solidarietà”. (L.Z.)