2013-10-25 15:47:51

Dibattito sull’eutanasia: il contributo su Internet dei vescovi canadesi


Nel quadro dell’attuale dibattito in Canada sull’eutanasia e sul suicidio assistito, l’organismo dei vescovi canadesi per la vita e la famiglia (Ocvf) ha aggiunto nel proprio sito Internet (www.colf.ca) una nuova sezione dedicata all’argomento. L’obiettivo è di arricchire, con ulteriori contributi ed analisi, la riflessione su questo delicato tema, tornato al centro del dibattito pubblico nel Paese dopo la presentazione del controverso progetto di legge n. 52 “sull’aiuto medico a morire”, in caso di morte imminente o inevitabile. Una legge contro la quale si sta battendo in questi mesi l'piscopato canadese, sostenuto da diverse associazioni e gruppi che insistono invece sulla necessità di incrementare le cure palliative e l’accompagnamento dei malati e delle loro famiglie. Tra i documenti pubblicati sulla pagina dell’Ocvf, figura la Relazione presentata lo scorso settembre dalla Conferenza episcopale del Québec sulla Legge 52 e una Dichiarazione congiunta del Collettivo dei medici per il rifiuto dell’eutanasia e della rete “Vivre dans la Dignité”. Citando la Carta dei diritti e delle libertà del Canada e la Carta dei diritti e delle libertà della persona del Québec, si boccia il provvedimento come immorale e incostituzionale. La pagina propone anche una serie di link con articoli di stampa e di riviste specializzate. In questi mesi, l’Ocvf è intervenuto a più riprese contro la legge 52. In una dichiarazione ufficiale, pubblicata lo scorso giugno, ha denunciato il tentativo, sotteso al provvedimento, di camuffare con la formula “dell’aiuto medico a morire” la legalizzazione dell’eutanasia che per il Codice penale canadese è un delitto. La nota richiamava anche l’attenzione sul fatto che nei Paesi in cui l’eutanasia è stata legalizzata, “si è assistito ad una crescente perdita di valore della vita umana e, in nome dell’efficienza, persone particolarmente vulnerabili sono state incoraggiate a chiedere aiuto per morire”. Di qui, l’esortazione a tutelare e proteggere le persone più deboli, poiché in gioco ci sono la “dignità delle persone, la compassione e la solidarietà”. (L.Z.)







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