Dai magistrati no agli attacchi alle sentenze e al reato di clandestinità
“Non è compito della Cassazione dare giudizi sulle leggi". Lo ha dichiarato il primo
presidente della Cassazione, Giorgio Santacroce, in merito al pronunciamento della
Corte sul reato di concussione. Intanto i magistrati dell’Anm si sono riuniti a congresso
e hanno ribadito il no agli attacchi "scomposti" alle sentenze", delle quali si impone
il rispetto. Alessandro Guarasci:
E’ la lentezza
il solito problema della giustizia italiana. Ad si contano circa 5 milioni e mezzo
di pendenze in campo civile e quasi 3 milioni e mezzo in quello penale. Per il ministro
della Giustizia Annamaria Cancellieri servono quindi coraggiose riforme sistematiche.
E al contempo va difesa l’autonomia dei magistrati:
“Indipendenza e autonomia
da una parte, imparzialità nell’esercizio della funzione dall’altra. Indipendenza
e autonomia del giudice e del Pubblico ministero sono le precondizioni perché il vostro
compito possa essere svolto al meglio, ma sono anche le condizioni su cui poggia l’architettura
del nostro Stato di diritto”.
Dai magistrati arriva la richiesta di rivedere
la legge Severino sulla corruzione, perché troppi problemi ha comportato nei primi
mesi di applicazione. E’ il caso della retroattività per la condanna di Berlusconi.
Ed ancora no al reato di clandestinità, definito dannoso dal presidente dell’Associazione
Nazionale Magistrati Rodolfo Sabelli:
“Dannoso perché ingolfa gli
uffici giudiziari costringendo le procure della Repubblica a iscrivere nel registro
delle notizie di reato migliaia di immigrati. Dannoso, ancora, perché intralcia le
indagini contro gli scafisti e gli altri responsabili del traffico di clandestini
trasformando questi ultimi da testimoni a coimputati”.
Ma Sabelli dice
no anche all’ingerenza della politica nelle sentenze, politica che spesso, dicono
i magistrati, hanno prodotto riforme punitive.