Conferenza sull'Africa a Pechino: cooperazione tra gli Stati del continente, chiave
dello sviluppo
“Africa: 54 Stati, una unione”. È il titolo di una Conferenza che ha riunito a Pechino
dirigenti europei, africani, statunitensi e cinesi. A organizzarla è stato Romano
Prodi, ex presidente della Commissione europea e primo ministro italiano, ora alla
guida della Fondazione per la collaborazione tra i popoli e rappresentante speciale
del segretario generale dell’Onu per il Sahel. Il servizio di Vincenzo Giardina,
inviato dell'agenzia Misna a Pechino:
La cooperazione
tra gli Stati africani, è stato sottolineato a Pechino, è un elemento chiave per lo
sviluppo del continente. Una regione del mondo dove negli ultimi dieci anni il numero
dei conflitti armati si è ridotto e dove il Prodotto interno lordo è aumentato in
media del 4,8%, molto più dell’Europa o degli Stati Uniti. Una regione, però, dove
la frammentazione politica ed economica, il deficit di infrastrutture e l’inadeguatezza
delle reti dell’energia continuano ad ostacolare la lotta contro la povertà. Secondo
studi presentati alla Conferenza, la scarsa qualità delle strade, dei porti e delle
ferrovie aumenta fino al 40% il costo dei prodotti africani. Le strozzature della
rete elettrica, i problemi di approvvigionamento idrico, il ritardo nelle telecomunicazioni
mangerebbero invece ogni anno il 2% del Pil e ridurrebbero la produttività delle imprese
fino al 40%. Il futuro, ha sottolineato Prodi, si conquista solo attraverso la cooperazione:
tra i 54 Paesi africani, certo, ma anche con il contributo dell'Europa, degli Stati
Uniti, della Cina e delle altre potenze emergenti.