Attività marittime, il cardinale Bagnasco: servono chiare norme internazionali
“Quello dei marittimi è un lavoro di cruciale importanza, pur se spesso sottovalutato,
sottopagato o addirittura sfruttato”. “Si deve invece non piccola gratitudine ai marittimi
che, sparsi per i mari di tutto il mondo, trasportano l’80% delle merci e contribuiscono
a uno sviluppo economico, che giova al bene di tutti”. E’ quanto ha dichiarato il
cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, intervenendo
ieri a Salerno al Convegno nazionale per l’Apostolato del Mare. Il Rapporto Censis
del 2011 – ha ricordato il porporato – mette in luce che “il cluster marittimo
italiano, pur se profondamente colpito dalla crisi economica, sa riorganizzarsi e
acquisire nuova competitività contribuendo al 2,6% del Pil nazionale”. “E’ sempre
più urgente la conformità a chiare normative internazionali, essendo le legislazioni
nazionali del tutto insufficienti a regolare attività che si svolgono in Paesi e continenti
sempre diversi”. Si deve affermare con forza che anche in mare, come in ogni altro
luogo, “l’attenzione primaria va accordata all’uomo, che del lavoro è il centro e
il fine”. I centri Stella Maris – ha poi affermato il presidente della Cei – “svolgono
un’azione di avanguardia nell’apostolato del mare, sostenendo i marittimi nelle loro
concrete necessità e nei loro bisogni materiali, spirituali e relazionali”. “Facendo
visita, ove sia possibile, alle navi giunte in porto, i volontari dei centri, insieme
al cappellano che ne dirige e ispira l’azione, portano un messaggio di vicinanza e
di pace”. “È un ministero di incontro e di ascolto, di condivisione e reciproca conoscenza,
un segno dell’universalità del messaggio di Cristo e della missione della Chiesa,
che si rivolge indistintamente a tutti gli uomini”. (A.L.)