Iran: cristiani condannati a 80 frustate per aver bevuto vino eucaristico
Un tribunale nella città iraniana di Rasht ha condannato quattro membri della “Chiesa
dell'Iran”, denominazione cristiana protestante, a 80 frustate ciascuno per aver bevuto
vino della comunione durante una liturgia cristiana. Come appreso dall'agenzia Fides
il verdetto è stato emesso il 20 ottobre e i quattro cristiani, tutti cittadini iraniani,
hanno 10 giorni per fare ricorso. Come riferisce a Fides l’Ong “Christian Solidarity
Worldwide” (Csw), la sentenza è motivata dal “consumo di alcool” e dal “possesso di
una antenna satellitare”. Secondo fonti di Fides, il provvedimento fa parte del giro
di vite sulle cosiddette “chiese domestiche” che non sono autorizzate né tollerate,
e contro le comunità che celebrano il culto in lingua persiana. In una dichiarazione
inviata a Fides, Mervyn Thomas, direttore esecutivo di Csw, afferma: “Le pene inflitte
a questi membri della Chiesa dell'Iran criminalizzano il sacramento cristiano della
comunione nella Cena del Signore e costituiscono una violazione inaccettabile del
diritto di praticare la fede liberamente e pacificamente. Sollecitiamo le autorità
iraniane ad assicurare che le procedure legali della nazione non contraddicano il
suo obbligo internazionale a garantire il pieno godimento della libertà di religione
o di credo”. Ieri, una clamorosa manifestazione per la libertà religiosa si è svolta
davanti al famigerato carcere di Evin, a Teheran. Come appreso da Fides, il Pastore
cristiano americano Eddie Romero La Puente ha inscenato una protesta per chiedere
il rilascio di cinque cristiani detenuti per motivi di coscienza: Farshid Fathi, Pastore
cristiano iraniano; Saeed Abedini, cittadino iraniano naturalizzato americano che
aveva avviato un orfanotrofio a Teheran; Mostafa Bordbar, attivista cristiano; Alireza
Seyyedian, membro di una delle chiese domestiche; Mohammed Ali Dadkhah, eminente avvocato
di Teheran, difensore e promotore dei diritti umani. Il Pastore Eddie Romero La Puente
è stato subito arrestato ed espulso dal Paese. (R.P.)