2013-10-24 15:30:58

Datagate: dopo la Francia, protesta la Germania. Obama rassicura la Merkel


Il cosiddetto “datagate”, lo scandalo delle intercettazioni telefoniche da parte dell’intelligence americana, sta creando forti imbarazzi tra le cancellerie europee e Washington. Dopo il coinvolgimento della Francia, ieri è trapelata la notizia del controllo sulle comunicazioni del cancelliere tedesco, Angela Merkel, che ha subito telefonato al presidente Obama. Il capo della Casa Bianca, attraverso il suo portavoce, ha negato la circostanza. Tuttavia, oggi a Bruxelles è previsto un incontro tra la Merkel e il presidente francese Hollande, mentre l’ambasciatore Usa a Berlino è stato convocato al Ministero degli esteri per chiarimenti. Sulla vicenda, Giancarlo La Vella ha intervistato Luciano Bozzo, docente di Studi Strategici e Relazioni Internazionali all’Università di Firenze:RealAudioMP3

R. – Stiamo parlando di cose che sono ben note da anni, cioè lo spionaggio effettuato dagli Stati Uniti ma più in particolare dai Paesi di cultura anglosassone nei confronti non soltanto dei propri avversari, ma anche dei propri alleati e non solo per ragioni di sicurezza, ma anche per ragioni industriali, economiche, commerciali. Ciò detto, è evidente che quando tale segreto diviene di pubblico dominio per l’opinione pubblica internazionale, non può che creare situazioni evidentemente estremamente imbarazzanti per coloro che hanno effettuato queste operazioni. La reazione tedesca è una reazione che era facile prevedere, come era facile prevedere quella francese o di eventuali altri Paesi alleati maggiori degli Stati Uniti che dovessero scoprire di essere stati controllati, spiati ovviamente non soltanto nelle azioni delle loro autorità statuali, ma eventualmente anche nei confronti di privati cittadini, come è stato accertato – per esempio – nel caso francese. Evidentemente, questa è una violazione della privacy ed è chiaro quindi che un sistema di questo genere colpisce tanto il pubblico quanto il privato, perché il privato oggi non è meno interessante del pubblico, e perché la stessa distinzione tra pubblico e privato ormai è quasi priva di ogni significato.

D. – Che conseguenze può avere questa vicenda nel momento in cui i Paesi occidentali devono fare fronte comune rispetto alle gravi crisi in atto, prima fra tutte quella siriana?

R. – Indubbiamente, la situazione è estremamente imbarazzante; che questo poi degeneri portando ad una frattura maggiore, mi pare in questo momento poco probabile, perché ci sono in gioco interessi maggiori. Certo è che se continuassero a venire fuori storie come quelle di cui si è letto in questi ultimi giorni, la crisi non sarebbe facilmente controllabile. E c’è di fondo un dato, che è innegabile: dopo la fine della Guerra fredda, l’Oceano atlantico si è “allargato”; gli interessi di chi sta oltreoceano sono oggi diversi rispetto che in passato, rispetto agli interessi nazionali e anche europei di noi che stiamo su quest’altra sponda dell’Oceano Atlantico.







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