2013-10-24 13:02:37

Antisemitismo, nuova condanna del Papa, che ricorda: oggi non pochi cristiani sono perseguitati


Quando una minoranza qualsiasi è perseguitata, tutta la società è in pericolo e tutti dobbiamo sentirci coinvolti: lo ha detto il Papa ricevendo in Vaticano la Delegazione del Simon Wiesenthal Center, un’organizzazione internazionale ebraica per la difesa dei diritti umani. Papa Francesco, ribadendo la condanna dell'antisemitismo, ha ricordato anche le persecuzioni che non pochi cristiani stanno oggi subendo nel mondo. Il servizio di Sergio Centofanti:RealAudioMP3

Era un appuntamento fissato già da tempo da Benedetto XVI, al quale Papa Francesco non manca di rivolgere il suo affettuoso pensiero e la sua preghiera. La delegazione ebraica aveva chiesto a Papa Ratzinger di poterlo incontrare:

“Questi incontri sono da parte vostra un segno di rispetto e di stima per i Vescovi di Roma, del quale sono grato e al quale corrisponde la considerazione del Papa per l’opera alla quale vi dedicate: di combattere ogni forma di razzismo, intolleranza e antisemitismo, preservando la memoria della Shoah e promuovendo la comprensione reciproca mediante la formazione e l’impegno sociale”.

Il Papa ribadisce ancora una volta, come fatto in queste ultime settimane, “la condanna della Chiesa per ogni forma di antisemitismo”, sottolineando “come il problema dell’intolleranza debba essere affrontato nel suo insieme”:

“Là dove una minoranza qualsiasi è perseguitata ed emarginata a motivo delle sue convinzioni religiose o etniche, il bene di tutta una società è in pericolo e tutti dobbiamo sentirci coinvolti. Penso con particolare dolore alle sofferenze, all’emarginazione e alle autentiche persecuzioni che non pochi cristiani stanno subendo in diversi Paesi del mondo. Uniamo le nostre forze per favorire una cultura dell’incontro, del rispetto, della comprensione e del perdono reciproci”.

Per la costruzione di una tale cultura, il Papa sottolinea “l’importanza della formazione: una formazione che non è solo trasmissione di conoscenze, ma passaggio di una testimonianza vissuta, che presuppone lo stabilirsi di una comunione di vita, di una ‘alleanza’ con le giovani generazioni, sempre aperta alla verità. Ad esse, infatti – ha aggiunto - dobbiamo saper trasmettere non solo delle conoscenze circa la storia del dialogo ebraico-cattolico, circa le difficoltà attraversate e circa i progressi compiuti negli ultimi decenni: dobbiamo soprattutto essere in grado di trasmettere la passione per l’incontro e la conoscenza dell’altro, promuovendo un coinvolgimento attivo e responsabile dei nostri giovani”:

“In questo, l’impegno condiviso a servizio della società e dei più deboli riveste grande importanza. Vi incoraggio a continuare a trasmettere ai giovani il valore dello sforzo comune per rifiutare muri e costruire ponti tra le nostre culture e tradizioni di fede. Andiamo avanti con fiducia, coraggio e speranza. Shalom!”.







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