Africa. Mortalità infantile: maggiori progressi in Niger
Anche se la situazione dei bambini di meno di cinque anni rimane grave, nell’ultimo
ventennio è il Niger il Paese che ha registrato i maggiori progressi nella lotta alla
mortalità infantile e che lo ha fatto in modo “più equo”: lo ha riferito l’ong Save
the Children in un rapporto sulla mortalità infantile e materna nei 75 Paesi che registrano
il tasso più alto. Nonostante sia uno dei Paesi più poveri del pianeta, tra il 1990
e il 2012, in Niger la mortalità infantile è passata da 326 nati vivi su 1000 decessi
a 114, grazie a un sistema di cure gratuite per donne incinte e bambine ma anche a
programmi specifici sulla nutrizione. Se l’Africa sub sahariana registra ancora la
metà dei decessi mondiali di bambini di meno di cinque anni, rispetto agli anni 60’
è stato il continente dove si sono avuti “progressi senza precedenti”: in mezzo secolo
la mortalità infantile è passata dal 27% al 10% di oggi. Purtroppo - riferisce l'agenzia
Misna - negli ultimi anni si è aggravato il divario sanitario tra bambini ricchi e
quelli nati in famiglie povere. “Se i progressi nella lotta alla mortalità infantile
fossero stati più equi, quattro milioni di vite sarebbero state salvate” si legge
nel documento. “Non bisogna ridurre i nostri sforzi: ogni giorno muoiono ancora 18.000
piccoli per cause evitabili” ha evidenziato Save the Children. Oltre al Niger, le
nazioni africane più virtuose sono state Liberia, Rwanda, Tanzania, Mozambico e Madagascar.
Uno degli Obiettivi del Millennio prefissi dall’Onu nel 2000 prevede la riduzione
della mortalità infantile dei due terzi entro il 2015. Un traguardo già raggiunto
in Africa da Etiopia, Liberia, Malawi e Tanzania, ma anche a portato di mano per Niger,
Rwanda, Guinea e Mozambico. (R.P.)