Settimo giorno di roghi in Australia. Tremila pompieri cercano di contenere fiamme
In Australia non si placa la furia degli incendi che stanno devastando il Paese. Per
il settimo giorno consecutivo le fiamme ardono su un fronte di circa 300 km, divorando
abitazioni e strutture. La regione delle Blue Mountains, a ovest di Sydney, è la più
colpita. Previsto un peggioramento delle condizioni meteo con un’impennata delle temperature
e l'arrivo di forti venti che potrebbero alimentare le fiamme. Stefano Vergine:
Settantuno
incendi, di cui ventinove fuori controllo. Parecchie strade chiuse al traffico e scuole
evacuate. Sono queste le ultime notizie che arrivano dai vigili del fuoco del Nuovo
Galles del Sud, lo stato con capitale Sydney, colpito da ormai una settimana da quelli
che le autorità hanno definito i peggiori roghi degli ultimi 40 anni. Era previsto
che oggi fosse la giornata peggiore, con temperature superiori ai 30 gradi e raffiche
di vento a 80 chilometri orari. In effetti le previsioni sono state rispettate. Tremila
pompieri sono al momento impegnati nel tentativo di contenere fiamme che finora hanno
lasciato oltre 200 famiglie senza casa, danneggiandone altre cento e provocando la
morte di un uomo. E' un 63enne di origine svizzera - deceduto a causa di un infarto
mentre cercava di salvare la sua casa dalle fiamme - l'unica vittima di questi incendi
a cui l'Australia è certo abituata, ma non in questo periodo dell'anno: la primavera
australe. Proprio questo motivo sta scatenando il dibattito sul collegamento tra incendi
e cambiamenti climatici. A definire “sicuro” questo collegamento è stata nei giorni
scorsi Christiana Figueres, il capo della diplomazia climatica dell'Onu (Unfccc).
Una stoccata nei confronti del nuovo governo conservatore australiano guidato da Tony
Abbott, deciso a cancellare la tassa sulle emissioni di anidride carbonica.