Pace in Medio Oriente: a Roma Kerry incontra Netanyahu e Letta
Roma al centro oggi di importanti incontri bilaterali. Il segretario di Stato americano,
John Kerry, si trova nella capitale italiana, dove sta avendo un colloquio, che, si
presume, dovrebbe durare diverse ore, con il premier israeliano, Benyamin Netanyahu.
Al centro dell’incontro l’andamento dei negoziati israelo-palestinesi, ma anche l’intera
situazione mediorientale. E Kerry stamani ha parlato anche con il premier italiano,
Enrico Letta. Ci riferisce Giancarlo La Vella:
“Roma città
della pace”, ideale rampa di lancio per il processo di pace israelo-palestinese, che
ha ripreso timidamente il suo corso. La soddisfazione espressa dal premier Letta per
la scelta della sede italiana per colloqui così decisivi ha fatto da corollario al
lungo e cordiale incontro che il presidente del Consiglio ha avuto stamani con Kerry,
alla presenza del ministro degli Esteri, Emma Bonino. Diversi i dossier sul tavolo:
dalla Libia, per la quale è stato confermato l'impegno ad avviare la formazione delle
forze di sicurezza di Tripoli, all'Iran e all'Afghanistan. Particolare attenzione
è stata rivolta alla pace in Medio Oriente e alla crisi siriana, in vista della conferenza
internazionale Ginevra 2. Commenti anche sull’Egitto e sul processo di transizione
che si sta compiendo nel Paese non senza difficoltà e tensioni. Ma inutile dire che
le attese maggiori sono rivolte agli esiti del colloquio, che si preannuncia denso
di argomenti, che Kerry sta avendo con il premier israeliano, Netanyahu; un incontro
che rivela come gli Stati Uniti vogliano tornare ad essere nello scacchiere internazionale
il maggior promotore della pace in Medio Oriente, soprattutto nel momento che stiamo
vivendo, nel quale alla annosa questione israelo-palestinese si sono aggiunte quella
siriana e quella dei difficili rapporti tra Stato ebraico e Iran, nonostante il nuovo
corso, ispirato più al dialogo che allo scontro, avviato dal neo presidente di Teheran,
Rohani.
Ma come stanno vivendo i cristiani di Terra Santa lo sblocco della
situazione mediorientale, dopo che le trattative tra israeliani e palestinesi, interrotte
nel settembre 2010, sono riprese? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a padre
Pierbattista Pizzaballa, della Custodia francescana di Terra Santa:
R. - Una speranza
deve essere sempre presente nell’animo di un cristiano, anche se le perplessità e
le paure sono tante: perché è vero che la Comunità internazionale è molto positiva
su questa ripresa dei colloqui, ma chi conosce il territorio sa molto bene che le
persone coinvolte, certi gruppi e movimenti coinvolti sono molto radicali e poco inclini
ad ogni forma di compromesso e di dialogo. Ma speriamo che riescano a sbloccare questa
situazione, che pare comunque molto intricata.
D. - A fronte del dialogo che
sta proseguendo, ci sono comunque - sia da parte israeliana sia palestinese – settori
contrari al negoziato: c’è il rischio che possano far naufragare un’eventuale intesa?
R.
- Chi è contrario c’è sempre, ma noi speriamo che la moderazione prevalga. Dopo tanti
tentativi falliti, credo che sia normale un po’ di scetticismo. Tuttavia è importante
che questi colloqui vadano avanti, proseguano con determinazione e portino a dei risultati
concreti.
D. - Discutere e negoziare per la pace vuol dire anche speranza
di stabilità. Come i cristiani guardano a questa stabilità, che manca ormai da un
po’ di tempo, anche nella vita di tutti i giorni?
R. - I cristiani - come tutti
- guardano con attesa, con sano realismo, però anche con il desiderio di vedere qualcosa
di nuovo finalmente. I pellegrinaggi sono in leggera ripresa, ma è auspicabile che
siano sempre più numerosi, perché il pellegrinaggio porta molto benessere e anche
molta moderazione alle famiglie che vivono qui. Quindi speriamo che ci siano dei cambiamenti
positivi.