Filippine: due anni dopo resta impunito l’omicidio di padre Tentorio
A due anni dal delitto, resta impunito l’omicidio del missionario del Pime padre Fausto
Tentorio, ucciso il 17 ottobre 2011 nella sua parrocchia di Arakan, nella provincia
di Nord Cotabato, sull’isola di Mindanao (Filippine Sud). E le indagini – notano fonti
locali dell'agenzia Fides – sono “in alto mare”. “Cerchiamo di tenere viva la speranza
di giustizia”, ha detto il vescovo di Kidapawan, mons. Romulo de la Cruz, durante
la celebrazione eucaristica in occasione del secondo anniversario della morte del
missionario. “Continuiamo a pregare e a sperare”, ha esortato il vescovo, ricordando
il passo evangelico che recita “Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane
solo; se invece muore, produce molto frutto”. Come appreso da Fides, alla celebrazione
erano presenti oltre mille persone, fra parrocchiani, fedeli, indigeni, attivisti
di gruppi e associazioni che reclamano giustizia. Finora, notano gli attivisti, non
sono state depositate prove contro gli indagati. Come riferiscono fonti locali di
Fides, l’inchiesta sul delitto è arenata in una selva di indicazioni contraddittorie
e di depistaggi. Tre testimoni che avevano indicato, fra gli autori del delitto, i
fratelli Jose e Dimas Sampulna hanno ritrattato, scagionandoli. Dopo la ritrattazione,
Gregorio Andolana, avvocato della diocesi di Kidapawan, ha chiesto ulteriori indagini,
e il Procuratore capo le ha disposte. Fra gli indagati sono rimasti i fratelli Jimmy
e Robert Ato, arrestati a dicembre 2011, e cinque membri del gruppo paramilitare “Bagani”,
guidati da Jan Corbala, detto anche “Comandante Iring”. Anche i fratelli Ato, però,
oggi vengono scagionati da un altro testimone oculare, che in precedenza li aveva
accusati. Il confratello di padre Fausto, padre Peter Geremia del Pime, è convinto
che “qualcuno sta cercando di bloccare o sviare le indagini”, e rilancia i sospetti
sui gruppi paramilitari che pattugliano l’area. Costoro, però, afferma in una nota
giunta a Fides, “sembrano intoccabili”. “Continuiamo a sfidare un sistema di impunità
e un sistema di corruzione”, sottolinea il missionario, spiegando che il suo impegno
“è per padre Fausto ma anche per le altre vittime di esecuzioni extragiudiziali”.
Padre Tentorio era noto per la sua opera di sensibilizzazione e sviluppo dei popoli
indigeni, per l’impegno in difesa dei diritti umani e per la tutela dell’ambiente.
(R.P.)