Deve considerarsi “definitivamente accertato” il “depistaggio” nelle indagini sul
disastro aereo di Ustica. Lo afferma la Cassazione che ha deciso vi sia un nuovo processo
civile per accertare le responsabilità dei ministeri della Difesa e dei Trasporti
nel fallimento della Compagnia aerea Itavia, che avvenne 6 mesi dopo il tragico evento.
La Suprema Corte accoglie così le richieste degli eredi dell’Itavia. Per la Cassazione,
poi, la tesi del “missile sparato da aereo ignoto” come causa dell’abbattimento del
DC9 risulta “ormai consacrata”. Il servizio di Debora Donnini:
Era il 27 giugno
del 1980. Alle 20.59 il DC9 dell’Itavia in volo da Bologna a Palermo scompare dai
radar. L’aereo precipita nel mare Tirreno fra le isole di Ponza e Ustica. Muoiono
81 persone. Oggi la Cassazione accoglie la richiesta degli eredi di Aldo Davanzali,
proprietario della compagnia che fallì 6 mesi dopo e dispone che vi sia un nuovo processo.
La Corte d’Appello di Roma aveva negato invece il risarcimento, ma per la Cassazione
la compagnia aerea Itavia potrebbe essere fallita in conseguenza della "significativa
attività di depistaggio" sviluppatasi attorno al disastro aereo di Ustica e bisogna
quindi valutare un'eventuale responsabilità dei ministeri della Difesa e dei Trasporti
nel fallimento. Per molti mesi dopo quella tragica notte l'ipotesi principale fu quella
del "cedimento strutturale". In particolare, sottolinea la Suprema Corte, bisognerà
verificare se la "situazione di irrecuperabile dissesto effettivamente preesistesse
al disastro aereo o se in quale misura fosse determinata o aggravata” dalla riconosciuta
attività di depistaggio e di conseguente discredito commerciale dell'impresa di cui
Davanzali era presidente. Per la Suprema Corte, poi, la tesi "del missile sparato
da aereo ignoto" quale causa dell'abbattimento del DC9 risulta "oramai consacrata"
anche "nella giurisprudenza" della stessa Cassazione. Di “sentenza coraggiosa” parla
Luisa Davanzali, figlia di Aldo. Anche per l’Associazione dei parenti delle vittime
della strage di Ustica è una “buona notizia”: “ora – dice la presidente Daria Bonfietti
– mancano solo i colpevoli”.