America Latina: al via incontro delle organizzazioni sociali vicine al Movimento
dei Focolari
“La fraternità in atto: fondamento della coesione sociale per il XXI secolo”. E’ il
titolo del primo appuntamento dei rappresentanti delle organizzazioni sociali ispirate
dal carisma di unità dei Focolari dell’America Latina. L’incontro è iniziato lunedì
mattina alla Mariapoli Ginetta, il centro nazionale brasiliano dei Focolari che sorge
a Vargem Grande Paulista, nei pressi di San Paolo. Partecipano i rappresentanti di
25 organizzazioni sociali giunti dalle varie regioni del Brasile. Oggi arriveranno
i membri di altre 12 opere provenienti da altrettanti Paesi dell’America Latina. Da
Vargem Grande, il servizio di Carla Cotignoli:
Nonostante i
progressi degli ultimi decenni, nel Continente latinoamericano perdura il grave divario
tra ricchi e poveri e preoccupano sia la profonda frammentazione sociale, sia il dilagare
di violenza, prostituzione, droga. E’ per rispondere al grido delle molte piaghe sociali
- riconoscendovi il volto del Crocefisso vivo - che, a partire dagli anni ’60, poco
dopo l’arrivo dei primi focolarini in Brasile e poi negli altri Paesi dell’America
Latina, sono nate numerose organizzazioni sociali. L’attuale contesto socio-politico
del Continente e il continuo richiamo di Papa Francesco a privilegiare le periferie
esistenziali fanno sorgere nuove domande: sono state messe a frutto tutte le potenzialità
di trasformazione sociale racchiuse nel carisma dell’unità? Quali le vie per incidere
maggiormente nel cambiamento e rispondere alle sfide di oggi?
Per darvi risposta,
è stato promosso questo primo incontro dei rappresentanti delle organizzazioni sociali
latinoamericane, dopo una preparazione di oltre due anni. Due le piste delineate:
“rimettere a fuoco lo specifico dell’impegno sociale alla luce del carisma dell’unità
e creare una rete tra le diverse organizzazioni sociali, per uno scambio di esperienze,
progetti e difficoltà”.
Alcuni pensieri di Chiara Lubich, letti in apertura,
hanno riportato alla radice di questo impegno: l’amore evangelico, perché il sociale
non si trasformi in sterile attivismo o in puro assistenzialismo, ma apra la prospettiva
di un “umanesimo dove l'uomo guarda l'uomo e il popolo l'altro popolo, attraverso
la lente trasfigurante della persona del Cristo”.
E’ seguita una carrellata
delle diverse opere, nate spesso da storie toccanti, come quel “e lei non fa niente
per noi?” di un adolescente il cui nome era nella lista di vittime programmate dai
trafficanti di droga. Il giorno prima ne erano stati uccisi 36. Nasce così “La casa
do menor”. Oggi ampio spazio al dialogo. Questa sera l’inizio della fase congiunta
tra Brasile e altri Paesi latinoamericani.