2013-10-21 14:29:08

Paul Bhatti: speranze per la fine del fondamentalismo in Pakistan, ma Asia Bibi è ancora in carcere


Segnali di speranza in Pakistan, Paese alle prese con ondate di terrorismo e fondamentalismo. Il consigliere del ministro per l’Armonia nazionale, Paul Bhatti ribadisce, ai nostri microfoni, l’unità d’intenti delle forze politiche, civili e militari per la costruzione della pace e della stabilità. Sul fronte dell'istruzione ha escluso che nei libri di testo delle scuole pubbliche primarie pachistane, sia accettata l'uccisione dei cristiani, come sostenuto da una ricerca del Middle East Media Research e riportata da alcuni media. Nuove prospettive anche per Asia Bibi, la donna cristiana, in carcere da tre anni, condannata all’ergastolo per la legge sulla blasfemia. Massimiliano Menichetti ha intervistato lo stesso Paul Bhatti a partire dal caso dei libri di testo:RealAudioMP3

R. - Secondo la legge pachistana questo è un reato! La Costituzione pachistana non permette di scrivere questo, di scrivere che si possono uccidere i cristiani. Però vengono diffuse delle indicazioni in cui si asserisce che solo l’islam è valido. Bisogna considerare anche che ci sono molti che hanno scuole: in Pakistan ci sono tantissime scuole religiose, tantissime private e alcune dichiarate statali. E lì questo fanatismo, questo estremismo forse può esserci… Ma normalmente nella scuola pubblica, no!

D. - Quindi è da escludere che nei testi scolastici ci sia scritto che “i cristiani possono essere uccisi”?

R. - Così, in maniera chiara, io non l’ho mai visto scritto in un testo in Pakistan. Però ci sono alcuni che dicono queste cose, lo abbiamo sentito anche in passato. Ma secondo la Costituzione è un reato! Non può esserci scritto!

D. - Perché in passato che cosa è successo?

R. - Anni fa la propaganda diceva di uccidere indiani o cristiani o occidentali. E questa è l’ideologia contro la quale stiamo lottando, altrimenti il Pakistan non si salva. Queste cose vanno eliminate e noi stiamo programmando incontri, confronti, aprendo al dialogo con le persone che sostengono tali ideologie, perché questo non è accettabile! Assolutamente, non è accettabile!

D. - Leggiamo che il Pakistan è in difficoltà: continui attentati, discriminazione… Voi lavorate tantissimo per cercare di creare unità nel Paese e anche convergenza: a che punto siete?

R. - Noi abbiamo delle speranze. Pensiamo che queste violenze, prima o poi, finiranno. Ora tutti i partiti politici, il governo, i militari - in questo momento - sono uniti nell’affermare che il terrorismo deve finire. Finché non finirà la strategia del terrore, nessuno sarà sicuro in Pakistan, sia esso un politico, un religioso, un cristiano o un musulmano. Perciò tutti stanno pensando che chi lotta contro il terrorismo deve essere appoggiato. E su questo dobbiamo rimanere uniti.

D. - Il Pakistan vive anche una forte discriminazione nei confronti delle minoranze religiose, anche chiaramente dei cristiani. Un caso emblematico è quello di Asia Bibi, mamma di cinque figli, in carcere da oltre 3 anni, condannata all’ergastolo per la legge sulla blasfemia. Qual è la situazione? Come sta Asia Bibi?

R. - Suo marito è venuto da me e mi ha chiesto se posso seguire il caso, perché fino ad ora non ha ottenuto risultati: stiamo ora pensando varie strategie. Ho chiesto le condizioni di salute e lui mi ha detto che è andato qualche giorno fa a trovarla in carcere: era triste, in una stanza buia. E’ immaginabile che si trovi in una condizione di sofferenza. Ora stiamo concentrando le nostre energie per capire come si possa risolvere questo caso. Dovrò parlare con i suoi attuali avvocati, con le Ong e le persone che fino ad ora hanno seguito il caso … Non dico che possono esserci dei successi, però noi ce la metteremo tutta per la farla uscire.







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