Paul Bhatti: speranze per la fine del fondamentalismo in Pakistan, ma Asia Bibi è
ancora in carcere
Segnali di speranza in Pakistan, Paese alle prese con ondate di terrorismo e fondamentalismo.
Il consigliere del ministro per l’Armonia nazionale, Paul Bhatti ribadisce, ai nostri
microfoni, l’unità d’intenti delle forze politiche, civili e militari per la costruzione
della pace e della stabilità. Sul fronte dell'istruzione ha escluso che nei libri
di testo delle scuole pubbliche primarie pachistane, sia accettata l'uccisione dei
cristiani, come sostenuto da una ricerca del Middle East Media Research e riportata
da alcuni media. Nuove prospettive anche per Asia Bibi, la donna cristiana, in carcere
da tre anni, condannata all’ergastolo per la legge sulla blasfemia. Massimiliano
Menichetti ha intervistato lo stesso Paul Bhatti a partire dal caso dei
libri di testo:
R. - Secondo
la legge pachistana questo è un reato! La Costituzione pachistana non permette di
scrivere questo, di scrivere che si possono uccidere i cristiani. Però vengono diffuse
delle indicazioni in cui si asserisce che solo l’islam è valido. Bisogna considerare
anche che ci sono molti che hanno scuole: in Pakistan ci sono tantissime scuole religiose,
tantissime private e alcune dichiarate statali. E lì questo fanatismo, questo estremismo
forse può esserci… Ma normalmente nella scuola pubblica, no!
D. - Quindi è
da escludere che nei testi scolastici ci sia scritto che “i cristiani possono essere
uccisi”?
R. - Così, in maniera chiara, io non l’ho mai visto scritto in un
testo in Pakistan. Però ci sono alcuni che dicono queste cose, lo abbiamo sentito
anche in passato. Ma secondo la Costituzione è un reato! Non può esserci scritto!
D.
- Perché in passato che cosa è successo?
R. - Anni fa la propaganda diceva
di uccidere indiani o cristiani o occidentali. E questa è l’ideologia contro la quale
stiamo lottando, altrimenti il Pakistan non si salva. Queste cose vanno eliminate
e noi stiamo programmando incontri, confronti, aprendo al dialogo con le persone che
sostengono tali ideologie, perché questo non è accettabile! Assolutamente, non è accettabile!
D.
- Leggiamo che il Pakistan è in difficoltà: continui attentati, discriminazione… Voi
lavorate tantissimo per cercare di creare unità nel Paese e anche convergenza: a che
punto siete?
R. - Noi abbiamo delle speranze. Pensiamo che queste violenze,
prima o poi, finiranno. Ora tutti i partiti politici, il governo, i militari - in
questo momento - sono uniti nell’affermare che il terrorismo deve finire. Finché
non finirà la strategia del terrore, nessuno sarà sicuro in Pakistan, sia esso un
politico, un religioso, un cristiano o un musulmano. Perciò tutti stanno pensando
che chi lotta contro il terrorismo deve essere appoggiato. E su questo dobbiamo rimanere
uniti.
D. - Il Pakistan vive anche una forte discriminazione nei confronti
delle minoranze religiose, anche chiaramente dei cristiani. Un caso emblematico è
quello di Asia Bibi, mamma di cinque figli, in carcere da oltre 3 anni, condannata
all’ergastolo per la legge sulla blasfemia. Qual è la situazione? Come sta Asia Bibi?
R.
- Suo marito è venuto da me e mi ha chiesto se posso seguire il caso, perché fino
ad ora non ha ottenuto risultati: stiamo ora pensando varie strategie. Ho chiesto
le condizioni di salute e lui mi ha detto che è andato qualche giorno fa a trovarla
in carcere: era triste, in una stanza buia. E’ immaginabile che si trovi in una condizione
di sofferenza. Ora stiamo concentrando le nostre energie per capire come si possa
risolvere questo caso. Dovrò parlare con i suoi attuali avvocati, con le Ong e le
persone che fino ad ora hanno seguito il caso … Non dico che possono esserci dei successi,
però noi ce la metteremo tutta per la farla uscire.