2013-10-21 15:59:29

I sindacati: sciopero contro legge di stabilità. Dal Forum Famiglie preoccupazione per la Tasi


I sindacati bocciano la legge di stabilità: quattro ore di sciopero, perché per Cgil, Cisl e Uil il provvedimento trascura il lavoro. Il premier Letta però risponde: a volte bisogna saper dire di no. Intanto il Presidente Napolitano ha firmato il testo del provvedimento che ora va al Senato. Giampiero Guadagni RealAudioMP3

Da oggi l’esame della Commissione europea. Da domani quello del Parlamento italiano. La legge di Stabilità prova a reggere il prevedibile assedio. Il Governo difende la manovra: ad esempio, assicura il ministro dell’Economia, la Tasi alla fine peserà meno della somma di Imu e Tares. E se su questo fronte le critiche più forti, all’interno della maggioranza, arrivano dal Pdl; il Pd continua ad esprimere forti riserve sulla consistenza delle detrazioni per reddito di lavoro dipendente. Una punto che è alla base del giudizio complessivamente negativo di Cgil Cisl e Uil, che hanno deciso oggi quattro ore di sciopero con manifestazioni territoriali fino a metà novembre. Con questa manovra l’Italia non cresce, affermano Camusso, Bonanni e Angeletti. Una valutazione sostanzialmente condivisa dal presidente di Confindustria Squinzi, che sollecita il Parlamento a fare i necessari miglioramenti, mettendo ad esempio mano con forza alla riduzione della spesa pubblica. A tutti risponde Enrico Letta: a volte per governare bisogna anche sapere dire dei no. Un avvertimento, quello del premier, a chi è pronto a lanciare l'assalto alla diligenza.


In particolare sul nodo della Tasi, la nuova imposta sui servizi indivisibili, che riguarda anche la casa, il Forum delle Famiglie esprime preoccupazione. Sentiamo il presidente Francesco Belletti nell’intervista di Debora Donnini:RealAudioMP3

R. – Noi siamo preoccupati perché la Tasi è la conferma di una logica che vedevamo un po’ nell’intera manovra, cioè viene dimenticata la famiglia. La Tasi, in particolare, dimentica una delle poche cose buone dell’Imu, cioè la possibilità di avere una diminuzione crescente della tassa in funzione del numero dei figli. L’Imu aveva 200 euro di franchigia, cioè non si pagavano per ogni nucleo familiare, e poi 50 euro per ogni figlio fino al numero di otto figli. Quindi per una volta nel nostro Paese, l’Imu era modulata in funzione dei carichi familiari. E questo attualmente, nei testi che sono disponibili, non c’è e noi crediamo che questa sia una modifica che si può già pensare da subito, cioè rimodulare anche a saldi invariati il peso della Tasi in modo che sia sensibile ai carichi familiari e aiuti le famiglie, non le penalizzi.

D. – C’è preoccupazione perché, per esempio, sulla prima casa i Comuni potrebbero portare l’aliquota standard dell’1 per mille fino al 2,5 per mille: così si pagherebbe di più rispetto a prima?

R. – Anche per i Comuni sarà possibile modulare la loro tariffazione. E anche in merito a questa ulteriore esasperazione della pressione fiscale, possono scegliere di alleggerirla sulle famiglie con carichi familiari - che vengono già penalizzate dall’aumento dell’Iva, da tutta un’altra serie di manovre - e cercare invece di riequilibrare chiedendo di far pagare un po’ di più a chi non ha carichi familiari. Questa è l’equità che noi pretendiamo da questa manovra, ed è urgente perché sono le famiglie con figli quelle che più frequentemente finiscono sotto la soglia di povertà. E credo che ovviamente l’aumento della pressione fiscale sia una scelta sbagliata come strategia complessiva, perché riduce i consumi. Il precedente aumento dell’Iva di un punto percentuale ha ridotto il gettito complessivo dell’Iva, perché la gente si spaventa e spende meno.

D. – Quindi, secondo voi, la Tasi “costa” di più per le famiglie, anche perché va ad incidere su case che prima non erano, di fatto, tassate?

R. – Sì, perché l’Imu proteggeva alcune famiglie che, con queste detrazioni per figli, potevano avere un’Imu che risultava più bassa della soglia di pagamento. Quindi, ci sono molte famiglie che si troveranno a pagare la tassa sulla prima casa che con l’Imu non avevano. Quindi, io credo che ci sia il tempo, lo spazio e anche i tavoli giusti per poter portare proposte concrete al Governo o direttamente al Parlamento, perché vengano introdotti questi strumenti di riequilibrio dei carichi fiscali a misura di famiglia. Altrimenti questa manovra sarà ancora più pesante.

D. – Il ministero dell’Economia dice, però, che il gettito previsto dalla Tasi ad aliquota standard sarà di 3,7 miliardi, quindi inferiore ai 4,7 miliardi dati dall’Imu sulla prima casa e dalla Tares sui servizi indivisibili, entrambe abolite. Questo vi rassicura?

R. – A dire il vero no, perché quando poi si fanno i conti bisogna rimettere tutto insieme. Sempre di più, l’imposizione fiscale su una famiglia si compone di fiscalità generale, di tariffe, di scelte a livello locale e quindi i saldi invariati sono esigenza di sostenibilità della contabilità pubblica, ma all’interno di questi saldi invariati spesso si nascondono brutte sorprese. Io credo che sarà necessario fare anche qualche simulazione, verificare come cambia la tassazione su una famiglia con tre figli mettendo insieme tutte le misure. Noi siamo certi che per ora la tendenza di questa manovra va a scaricare più sulle famiglie con figli che non, in modo equo, su tutti. Così com’è questa misura non ci piace, la Tasi non ci piace e non ci piace, in generale, nemmeno l’impianto complessivo della manovra.







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