I sindacati: sciopero contro legge di stabilità. Dal Forum Famiglie preoccupazione
per la Tasi
I sindacati bocciano la legge di stabilità: quattro ore di sciopero, perché per Cgil,
Cisl e Uil il provvedimento trascura il lavoro. Il premier Letta però risponde: a
volte bisogna saper dire di no. Intanto il Presidente Napolitano ha firmato il testo
del provvedimento che ora va al Senato. Giampiero Guadagni
Da
oggi l’esame della Commissione europea. Da domani quello del Parlamento italiano.
La legge di Stabilità prova a reggere il prevedibile assedio. Il Governo difende la
manovra: ad esempio, assicura il ministro dell’Economia, la Tasi alla fine peserà
meno della somma di Imu e Tares. E se su questo fronte le critiche più forti, all’interno
della maggioranza, arrivano dal Pdl; il Pd continua ad esprimere forti riserve sulla
consistenza delle detrazioni per reddito di lavoro dipendente. Una punto che è alla
base del giudizio complessivamente negativo di Cgil Cisl e Uil, che hanno deciso oggi
quattro ore di sciopero con manifestazioni territoriali fino a metà novembre. Con
questa manovra l’Italia non cresce, affermano Camusso, Bonanni e Angeletti. Una valutazione
sostanzialmente condivisa dal presidente di Confindustria Squinzi, che sollecita il
Parlamento a fare i necessari miglioramenti, mettendo ad esempio mano con forza alla
riduzione della spesa pubblica. A tutti risponde Enrico Letta: a volte per governare
bisogna anche sapere dire dei no. Un avvertimento, quello del premier, a chi è pronto
a lanciare l'assalto alla diligenza.
In particolare sul nodo della Tasi,
la nuova imposta sui servizi indivisibili, che riguarda anche la casa, il Forum delle
Famiglie esprime preoccupazione. Sentiamo il presidente Francesco Belletti
nell’intervista di Debora Donnini:
R. – Noi siamo
preoccupati perché la Tasi è la conferma di una logica che vedevamo un po’ nell’intera
manovra, cioè viene dimenticata la famiglia. La Tasi, in particolare, dimentica una
delle poche cose buone dell’Imu, cioè la possibilità di avere una diminuzione crescente
della tassa in funzione del numero dei figli. L’Imu aveva 200 euro di franchigia,
cioè non si pagavano per ogni nucleo familiare, e poi 50 euro per ogni figlio fino
al numero di otto figli. Quindi per una volta nel nostro Paese, l’Imu era modulata
in funzione dei carichi familiari. E questo attualmente, nei testi che sono disponibili,
non c’è e noi crediamo che questa sia una modifica che si può già pensare da subito,
cioè rimodulare anche a saldi invariati il peso della Tasi in modo che sia sensibile
ai carichi familiari e aiuti le famiglie, non le penalizzi.
D. – C’è preoccupazione
perché, per esempio, sulla prima casa i Comuni potrebbero portare l’aliquota standard
dell’1 per mille fino al 2,5 per mille: così si pagherebbe di più rispetto a prima?
R.
– Anche per i Comuni sarà possibile modulare la loro tariffazione. E anche in merito
a questa ulteriore esasperazione della pressione fiscale, possono scegliere di alleggerirla
sulle famiglie con carichi familiari - che vengono già penalizzate dall’aumento dell’Iva,
da tutta un’altra serie di manovre - e cercare invece di riequilibrare chiedendo di
far pagare un po’ di più a chi non ha carichi familiari. Questa è l’equità che noi
pretendiamo da questa manovra, ed è urgente perché sono le famiglie con figli quelle
che più frequentemente finiscono sotto la soglia di povertà. E credo che ovviamente
l’aumento della pressione fiscale sia una scelta sbagliata come strategia complessiva,
perché riduce i consumi. Il precedente aumento dell’Iva di un punto percentuale ha
ridotto il gettito complessivo dell’Iva, perché la gente si spaventa e spende meno.
D.
– Quindi, secondo voi, la Tasi “costa” di più per le famiglie, anche perché va ad
incidere su case che prima non erano, di fatto, tassate?
R. – Sì, perché l’Imu
proteggeva alcune famiglie che, con queste detrazioni per figli, potevano avere un’Imu
che risultava più bassa della soglia di pagamento. Quindi, ci sono molte famiglie
che si troveranno a pagare la tassa sulla prima casa che con l’Imu non avevano. Quindi,
io credo che ci sia il tempo, lo spazio e anche i tavoli giusti per poter portare
proposte concrete al Governo o direttamente al Parlamento, perché vengano introdotti
questi strumenti di riequilibrio dei carichi fiscali a misura di famiglia. Altrimenti
questa manovra sarà ancora più pesante.
D. – Il ministero dell’Economia dice,
però, che il gettito previsto dalla Tasi ad aliquota standard sarà di 3,7 miliardi,
quindi inferiore ai 4,7 miliardi dati dall’Imu sulla prima casa e dalla Tares sui
servizi indivisibili, entrambe abolite. Questo vi rassicura?
R. – A dire il
vero no, perché quando poi si fanno i conti bisogna rimettere tutto insieme. Sempre
di più, l’imposizione fiscale su una famiglia si compone di fiscalità generale, di
tariffe, di scelte a livello locale e quindi i saldi invariati sono esigenza di sostenibilità
della contabilità pubblica, ma all’interno di questi saldi invariati spesso si nascondono
brutte sorprese. Io credo che sarà necessario fare anche qualche simulazione, verificare
come cambia la tassazione su una famiglia con tre figli mettendo insieme tutte le
misure. Noi siamo certi che per ora la tendenza di questa manovra va a scaricare più
sulle famiglie con figli che non, in modo equo, su tutti. Così com’è questa misura
non ci piace, la Tasi non ci piace e non ci piace, in generale, nemmeno l’impianto
complessivo della manovra.