Storie al femminile di coraggio e fede. Presentato a Roma il libro "Tenacemente donne"
Dodici storie di donne contemporanee che, attraverso il loro genio, l’inventiva, l’amore
incondizionato e totale, testimoniano la bellezza generatrice della fede. E’ il libro
“Tenacemente donne” delle giornaliste vaticaniste Alessandra Buzzetti e Cristiana
Caricato, edito dalle Paoline, e presentato sabato a Roma nell’ambito dell’incontro
sul tema “Il Vangelo delle donne – Testimonianze al femminile nella Chiesa di oggi”.
L'evento è stato organizzato dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova
Evangelizzazione. Ma come nasce l’idea di raccontare queste figure femminili? Marina
Tomarro lo ha chiesto a Cristiana Caricato:
R. - Il libro
nasce dall’incontro con una donna: questa donna è Chiara Corbella Petrillo. Chiara
è una donna di 28 anni, una giovane mamma, che ha dato la vita a suo figlio, non per
suo figlio ma a suo figlio, e che ha interpretato la sua breve esistenza con una luminosità
che non può non stupire chiunque entri in contatto con la sua storia. Da questo incontro,
e insieme anche alla suggestione data da una delle catechesi di Benedetto XVI dedicata
alla santità nascosta, è nata l’esigenza di parlare di persone che vivono nel quotidiano
la loro fede, con intensità, autenticità e che - proprio per questo - fanno grande
la Chiesa.
D. - Dodici donne, dodici storie differenti: c’è un filo rosso
che le unisce?
R. - L’unico filo rosso che può unire delle donne è quello dell’amore.
Come dice Maria Voce splendidamente, nella prefazione, è questa carità, la carità
femminile, il filo rosso che unisce queste dodici storie, che ricordano un po’ quella
dei dodici Apostoli.
Dalle pagine del testo, man mano, si disegnano immagini
di donne che hanno dovuto spesso affrontare situazioni molto difficili, ma con una
forza che solo la vera fede può donare. Ascoltiamo Alessandra Buzzetti:
R.
- La tenacia delle donne che raccontiamo è soprattutto quella tenace letizia che non
crolla neanche davanti a dei drammi tremendi - dalle violenze alle bambine del Pakistan,
ai divorzi e anche alle esperienze degli aborti - che in maniera incredibile e misteriosa
diventano in realtà terreno di incontro col cristianesimo e quindi una nuova e inaspettata
fecondità. Sono donne che vivendo pienamente la loro vocazione diversa - spose, madri,
missionarie… - si pongono e provocano: quindi provocano chi sta accanto, non rivendicano
qualcosa perché sono donne realizzate.
Tra le donne raccontate in questo libro
c’è Marcella, una madre single consacrata dell’Associazione Giovanni XXIII.
Nel 1988, le è stato permesso di adottare bambini con handicap gravissimi, di li è
partito nella sua vita un percorso d’amore, che va avanti ancora oggi. Ascoltiamo
la sua testimonianza:
R. - Ho sempre cercato di trasmettere che il volersi
bene non dipende da quello che uno fa o non fa, perché il Signore ci vuole bene a
prescindere da quello che facciamo e che nessuno di noi merita niente, nel senso che
non credo che sia una questione di merito, ma è una questione di voler bene e basta!
Quindi io volevo bene a loro comunque, qualsiasi cosa facessero: potevano non piacermi
le cose che facevano, ma non erano loro che venivano meno, era per quella cosa lì
che, tra l’altro, faceva male a loro. Ho sempre cercato di far leggere la loro storia
e di dire che da quella storia loro devono ripartire: con tutte quelle carenze, con
tutte quelle fatiche, ma solo da quella storia lì avrebbero potuto ripartire per essere
diversi. Non possiamo pensare di essere felici se non partiamo da quello che siamo,
da quello che abbiamo vissuto nel bene e nel male.
All’incontro era presente
anche l'arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per
la Promozione della Nuova Evangelizzazione:
R. - Come dicono le pagine di
questo libro, sono delle testimoni che con la loro audacia, con la loro forza diventano
un segno concreto di quel ruolo che la donna ancora riesce a svolgere nella società
di oggi, nonostante le tante situazioni di gratuita violenza e anche di emarginazione.
Queste pagine dicono che il coraggio delle donne è paradigmatico per tanti che vogliono
comprendere realmente in quale modo si può vivere la fede.
D. - Anche Papa
Francesco sottolinea molto spesso l’importanza delle donne, pure nella Chiesa…
R.
- Certamente. Le donne hanno una missione fondamentale nella Chiesa, che è quella
di trasmettere il Vangelo. Probabilmente nessuno come le donne - soprattutto oggi
- ha una capacità di comunicazione e di trasmissione della fede che è quella che noi
vediamo quotidianamente nelle nostre parrocchie. Se non ci fossero loro, con il volontariato
che svolgono nei tanti servizi: da quello dell’accoglienza alla catechesi per i bambini
e alle tantissime altre espressioni. Là dove si manifesta il servizio della Chiesa,
là le donne sono presenti.