La Comunità "Cenacolo" compie 30 anni e festeggia con il musical "Credo"
La Comunità "Cenacolo" di Saluzzo, provincia di Cuneo, compie 30 anni. Per l’occasione,
i ragazzi ospitati hanno portato in tournée il musical “Credo”, con gran finale in
questi giorni alla Fiera di Milano. La comunità, fondata da madre Elvira Petrozzi,
ospita un centinaio di persone e conta 61 strutture in Italia e nel mondo. Al microfono
di Elisa Sartarelli, don Stefano Aragno, primo sacerdote ordinato della
Comunità "Cenacolo":
R. – Presto
volentieri la voce e il cuore a madre Elvira, la fondatrice della nostra comunità.
Madre Elvira sta vivendo un momento particolare della sua vita, con la sofferenza
di non riuscire a volte a parlare, a dire con la bocca quello che ha nel cuore; ma
lo dice attraverso gli occhi, gli abbracci, l’entusiasmo che la sua vita spesa per
Dio e per tutti continua ad annunciare. L’opera della Comunità "Cenacolo" è iniziata
nel grembo di madre Elvira, una suora che apparteneva a un ordine religioso, le Suore
della Carità di Santa Giovanna Antida. Dopo tanti anni di servizio in questa congregazione
ha sentito dentro nascere come “un fuoco” - dice lei - una spinta a dedicarsi ai giovani
che in quegli anni vedeva disperati, soli, tristi, delusi, scontenti, drogati, persi.
Sentiva che Dio le indicava quella strada. Il 16 ottobre 1983 è salita sulla collina
di Saluzzo in una casa diroccata e abbandonata e da lì ha cominciato l’opera della
Comunità "Cenacolo". Lei ci ha raccontato tante volte che quando ha visto la casa
distrutta e abbandonata ha sentito però nel cuore la bellezza di ciò che sarebbe avvenuto.
L’aveva già vista com’è oggi: una casa luminosa, ricostruita, piena di giovani, piena
di vita.
D. - Chi sono le persone che chiedono di entrare nella vostra comunità?
R.
- Per la maggior parte sono giovani ma anche adulti che hanno una vita segnata da
tante ferite: ferite provocate dal mondo delle dipendenze, dal mondo della droga,
dell’alcolismo, ferite del cuore, di solitudine, di tristezza. Sono persone che stanno
cercando un vero senso nella vita. Chiedono e bussano alle porte della comunità spesso
con la disperazione nel cuore ma anche con il desiderio di intraprendere un cammino
serio, disciplinato, esigente, fondato sulla preghiera, sul lavoro, sul sacrificio,
sull’amicizia vera, sulla vita fraterna. Questo cammino di vita cristiana è un cammino
di redenzione, che ha permesso in questi 30 anni a tante persone di trovare il vero
senso della vita, che è l’amore di Dio per noi e il sentirci figli amati per diventare
persone capaci di servire e di amare.
D. - E poi ci sono le missioni …
R.
- Sì, negli anni il raggio d’azione della comunità della casa madre di Saluzzo si
è esteso in tante terre e in tanti luoghi. Quando suor Elvira ha aperto la comunità
pensava di aprire una casa, di accogliere una quarantina di ragazzi ed era convinta
che quelli che uscivano sarebbero stati "rimpiazzati" da altri accolti. Ma i conti
umani con Dio non funzionano! Il cuore di Dio è molto più grande dei nostri calcoli
e così è stato. Prima sono nate tante comunità in Italia, poi in Europa e poi nel
mondo. Noi chiamiamo missioni - in senso geografico - le tante missioni che abbiamo
in America Latina che si dedicano in modo particolare all’accoglienza dei bambini
di strada. In quelle case ci sono suore della comunità, persone consacrate, volontari,
giovani che desiderano vivere due anni di servizio missionario e dedicano la loro
vita e questo tempo all’accoglienza, alla condivisione e alla rieducazione dei bambini
abbandonati o di strada che ci vengono affidati dalle strutture sociali del posto.