2013-10-20 09:35:07

La Comunità "Cenacolo" compie 30 anni e festeggia con il musical "Credo"


La Comunità "Cenacolo" di Saluzzo, provincia di Cuneo, compie 30 anni. Per l’occasione, i ragazzi ospitati hanno portato in tournée il musical “Credo”, con gran finale in questi giorni alla Fiera di Milano. La comunità, fondata da madre Elvira Petrozzi, ospita un centinaio di persone e conta 61 strutture in Italia e nel mondo. Al microfono di Elisa Sartarelli, don Stefano Aragno, primo sacerdote ordinato della Comunità "Cenacolo":RealAudioMP3

R. – Presto volentieri la voce e il cuore a madre Elvira, la fondatrice della nostra comunità. Madre Elvira sta vivendo un momento particolare della sua vita, con la sofferenza di non riuscire a volte a parlare, a dire con la bocca quello che ha nel cuore; ma lo dice attraverso gli occhi, gli abbracci, l’entusiasmo che la sua vita spesa per Dio e per tutti continua ad annunciare. L’opera della Comunità "Cenacolo" è iniziata nel grembo di madre Elvira, una suora che apparteneva a un ordine religioso, le Suore della Carità di Santa Giovanna Antida. Dopo tanti anni di servizio in questa congregazione ha sentito dentro nascere come “un fuoco” - dice lei - una spinta a dedicarsi ai giovani che in quegli anni vedeva disperati, soli, tristi, delusi, scontenti, drogati, persi. Sentiva che Dio le indicava quella strada. Il 16 ottobre 1983 è salita sulla collina di Saluzzo in una casa diroccata e abbandonata e da lì ha cominciato l’opera della Comunità "Cenacolo". Lei ci ha raccontato tante volte che quando ha visto la casa distrutta e abbandonata ha sentito però nel cuore la bellezza di ciò che sarebbe avvenuto. L’aveva già vista com’è oggi: una casa luminosa, ricostruita, piena di giovani, piena di vita.

D. - Chi sono le persone che chiedono di entrare nella vostra comunità?

R. - Per la maggior parte sono giovani ma anche adulti che hanno una vita segnata da tante ferite: ferite provocate dal mondo delle dipendenze, dal mondo della droga, dell’alcolismo, ferite del cuore, di solitudine, di tristezza. Sono persone che stanno cercando un vero senso nella vita. Chiedono e bussano alle porte della comunità spesso con la disperazione nel cuore ma anche con il desiderio di intraprendere un cammino serio, disciplinato, esigente, fondato sulla preghiera, sul lavoro, sul sacrificio, sull’amicizia vera, sulla vita fraterna. Questo cammino di vita cristiana è un cammino di redenzione, che ha permesso in questi 30 anni a tante persone di trovare il vero senso della vita, che è l’amore di Dio per noi e il sentirci figli amati per diventare persone capaci di servire e di amare.

D. - E poi ci sono le missioni …

R. - Sì, negli anni il raggio d’azione della comunità della casa madre di Saluzzo si è esteso in tante terre e in tanti luoghi. Quando suor Elvira ha aperto la comunità pensava di aprire una casa, di accogliere una quarantina di ragazzi ed era convinta che quelli che uscivano sarebbero stati "rimpiazzati" da altri accolti. Ma i conti umani con Dio non funzionano! Il cuore di Dio è molto più grande dei nostri calcoli e così è stato. Prima sono nate tante comunità in Italia, poi in Europa e poi nel mondo. Noi chiamiamo missioni - in senso geografico - le tante missioni che abbiamo in America Latina che si dedicano in modo particolare all’accoglienza dei bambini di strada. In quelle case ci sono suore della comunità, persone consacrate, volontari, giovani che desiderano vivere due anni di servizio missionario e dedicano la loro vita e questo tempo all’accoglienza, alla condivisione e alla rieducazione dei bambini abbandonati o di strada che ci vengono affidati dalle strutture sociali del posto.







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