L’Arabia Saudita rifiuta il seggio non permanente al Consiglio di Sicurezza Onu
Con un’azione di protesta senza precedenti, l’Arabia Saudita ha rinunciato ad entrare
come membro non permanente nel Consiglio di Sicurezza dell'Onu, denunciando la politica
"dei due pesi e due misure" e l'inefficacia del Palazzo di Vetro per la soluzione
del conflitto in Siria e della questione palestinese. Il servizio di Giada Aquilino:
Al segretario
generale dell'Onu Ban Ki-moon non è ancora arrivata una comunicazione ufficiale da
Riad, ma il testo del comunicato emesso dal ministero degli Esteri saudita, ieri poche
ore dopo l'assegnazione del seggio per un mandato di due anni, non lascia dubbi. "Il
regno - recita la nota - ritiene che i metodi, gli strumenti di lavoro, i doppi pesi
e le doppie misure adottate attualmente dal Consiglio di Sicurezza rendano l'organo
incapace di svolgere i propri doveri e di assumersi la responsabilità nei confronti
del mantenimento della sicurezza e della pace". Il riferimento è anzitutto al conflitto
siriano, in cui Riad appoggia l'opposizione, e che ha visto Russia e Cina, membri
permanenti del Consiglio con diritto di veto, bloccare diverse risoluzioni di condanna
al regime di Bashar al Assad. Criticato il Consiglio di Sicurezza anche per il fatto
che "la questione palestinese - aggiungono i sauditi - rimane da 65 anni senza soluzione"
e per l’incapacità di controllare gli arsenali nucleari mediorientali. La Russia si
è detta "sorpresa" dall'annuncio di Riad. La Francia, invece, ha dichiarato la propria
solidarietà. La Turchia ha invitato a rispettare la decisione saudita.