Milano. Concluso Convegno su "Religioni, libertà e potere" per l'Anno Constantiniano
Laicità non è ridurre la religione a fatto privato. Dal Convegno milanese, promosso
nell'Anno Costantiniano sul tema "Religioni, libertà e potere", sono emerse piste
pratiche per impostare correttamente il rapporto fra religioni e spazio pubblico.
Il servizio di Fabio Brenna:
Silvio Ferrari,
dell’Università Statale di Milano ha evidenziato l’inesorabile processo che ha toccato
la nozione stessa di religione: meno associata alla pratica e ai simboli fin quasi
una privatizzazione nella sfera della coscienza e delle sue convinzioni, quindi invisibile.
Una religione che è così finita emarginata dalla vita pubblica, ridefinendo il concetto
della scelta individuale nella sfera privata.
Si è così imposta una visione
di laicità intesa come neutralità tesa ad assicurare la coesione sociale, rendendo
problematico, però, il punto di osservazione super-partes da cui qualcuno può decidere
il comportamento di tutti. Un modo più efficace di considerare la laicità - non filosofico,
ma giuridico - è invece quello di mantenere l’imparzialità delle istituzioni per evitare
che si privilegi chi professa la stessa fede di chi comanda. In questa dimensione,
lo stato non si propone di educare i cittadini, ma di regolare i rapporti fra di loro.
Una visione di questo tipo consente uno sviluppo più ampio della libertà di religione,
non ridotta a un fatto privato, ma che traduce in pubblico i valori sottesi, contribuendo
così all’evoluzione della società stessa.
Dopo la sessione dedicata più specificamente
al cristianesimo e alla libertà di credere, è toccato al vicario episcopale di Milano,
mons. Luca Bressan trarre le conclusioni del Convegno, che segna anche il punto
di arrivo delle celebrazioni dell’Anno Costantiniano per il 1700.mo anniversario dell’Editto
di Milano, che si ritiene diede il primo riconoscimento della libertà religiosa:
“Noi
non celebriamo semplicemente in modo archeologico la libertà religiosa, così come
la ha immaginata Costantino, ma ci interessa vedere la libertà religiosa come sfida
oggi, soprattutto di fronte a quel cambiamento che sta vivendo la città di Milano,
che sta diventano una società sempre più plurale per la presenza degli immigrati,
ma anche per un’evoluzione culturale in atto nel modo di intendere il rapporto tra
società e religione”.