2013-10-18 13:32:58

Malaysia: per il governo la sentenza su “Allah” si applica solo all’Herald, non a Bibbia e liturgia


Il divieto di uso della parola “Allah” vale solo per il settimanale cattolico Herald, e non per altre pubblicazioni cristiane o per la Bibbia in lingua malese, chiamata “Al-kitab”, ampiamente usata negli stati di Sabah e Sarawak: lo ha specificato il vice ministro degli Interni malaysiano, Wan Junaidi Tuanku Jaafar. Come appreso dall'agenzia Fides, è in corso nel Paese un vivace dibattito pubblico sulla sentenza della Corte di Appello che alcuni giorni fa ha proibito al settimanale l’uso del termine “Allah” per riferirsi a Dio. Leader politici e religiosi, insieme a intellettuali e membri della società civile, stanno cercando di spiegare il verdetto alla cittadinanza, per evitare che gruppi radicali possano darne una interpretazione restrittiva, fomentando conflitti o attacchi ai cristiani. Le comunità cristiane di diverse confessioni, infatti, come reso noto dai vescovi, continueranno a usare il termine “Allah” per il culto e nella bibbia. In una nota giunta a Fides, ieri la “Federazione Cristiana della Malaysia” (Cfm) aveva messo in guardia dal pericolo che il divieto di uso della parola “Allah” potesse avere “implicazioni di vasta portata e interessare tutte le pubblicazioni cristiane stampate nella lingua locale, il bahasa”. Questo, infatti, è proprio quanto chiedono apertamente gli attivisti musulmani del gruppo “Perkasa” che hanno invocato l’estensione del divieto a “tutte le chiese e alle pubblicazioni cristiane di Sabah e Sarawak”. Un appello a “comprendere la sentenza e a non strumentalizzarla” è giunto anche dalla “Associazioni degli avvocati musulmani malesi”. Il Presidente Zainur Rijal Abu Bakar ha confermato che “la sentenza riguarda solo la pubblicazione del settimanale Herald, e niente oltre questo”. Sarebbe un grave fraintendimento, prosegue l’Associazione in un comunicato inviato a Fides, “ritenere che la decisione della Corte ponga il divieto generale di usare la parola Allah a qualsiasi cittadino non musulmano in Malaysia”. (R.P.)







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