2013-10-18 12:49:44

Il Papa: dal Messale in inglese, rinnovato dinamismo evangelizzatore della Chiesa


Col proprio lavoro, ha reso possibile che fedeli di tutto il mondo possano pregare con un linguaggio comune. È l’"International Commission on English in the Liturgy" (Icel) nelle parole di Papa Francesco che, nel 50.mo anniversario della creazione dell’organismo, ne ha ricevuto i membri e gli officiali, accompagnati dall’arcivescovo Arthur Roche, segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti e già presidente dell’Icel. La Commissione riunisce i rappresentanti delle Conferenze episcopali dei Paesi in cui l’inglese è usato come lingua di riferimento nella celebrazione della Liturgia. Il servizio di Giada Aquilino:RealAudioMP3

Un immenso lavoro “per predisporre le traduzioni in lingua inglese dei testi della liturgia” e un contributo “nel progredire nello studio, nella comprensione e nell’appropriazione della ricca tradizione eucologica e sacramentale della Chiesa”. È l’impegno lungo cinquant’anni della Commissione internazionale per le traduzioni del Messale in lingua inglese, ricordato da Papa Francesco. Il Pontefice ha sottolineato che l’organismo “ha contribuito anche in modo significativo aì una consapevole, attiva e devota partecipazione alla liturgia” richiesta dal Concilio Vaticano II e giustamente richiamata da Benedetto XVI per arrivare ad “una più grande consapevolezza del mistero che viene celebrato e del suo rapporto con l’esistenza quotidiana”:

“I frutti del vostro lavoro sono serviti a dare forma alla preghiera di innumerevoli cattolici e hanno anche contribuito alla comprensione della fede, all’esercizio del sacerdozio comune dei fedeli e al rinnovamento del dinamismo evangelizzatore della Chiesa, tutti temi centrali nell’insegnamento conciliare”.

Come sottolineato dal Beato Giovanni Paolo II, ha aggiunto Papa Francesco, per molti il messaggio del Vaticano II “è stato percepito innanzitutto mediante la riforma liturgica”. La Commissione, segno “dello spirito di collegialità episcopale”, ha contribuito proprio alla messa in opera del grande rinnovamento liturgico invocato dai padri conciliari:

“Nel rendere possibile ad un vasto numero di fedeli sparsi nel mondo il pregare con un linguaggio comune, la vostra Commissione ha dato il suo aiuto per il rafforzamento dell’unità della Chiesa nella fede e nella comunione sacramentale. Questa unità e comunione, che trova la propria origine nella Santissima Trinità, costantemente riconcilia ed accresce la ricchezza della diversità”.

Il Santo Padre ha quindi unito il proprio auspicio alla speranza espressa da Paolo VI nel promulgare il Messale Romano: che “nella grande diversità delle lingue, un’unica preghiera si elevi come offerta bene accetta al Padre nostro dei cieli, mediante il nostro Sommo Sacerdote Gesù Cristo, nello Spirito Santo”.







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