2013-10-17 13:39:54

Rapporto Svimez: il sud Italia a rischio deserto produttivo


In Italia, la crisi si sente soprattutto al Sud. Nel 2013, il Pil a livello nazionale calerà dell’1,8%, ma nel Mezzogiorno la flessione sarà addirittura del 2,5%. Lo afferma l’ultimo Rapporto dell’istituto Svimez sull’economia del Sud reso noto ieri. A farne le spese i consumi, ma anche l’apparato produttivo che rischia di essere smantellato. Alessandro Guarasci:RealAudioMP3

La fuga dei giovani dal Sud è inaccettabile, dunque serve un nuovo modello di sviluppo. Lo scrive il presidente, Giorgio Napolitano, in un messaggio alla Svimez. Nel 2012, il calo del Pil ha fatto sì che i senza lavoro siano nei fatti il 28% della popolazione. Sempre lo scorso anno, i consumi sono calati del 4,2%. E il Mezzogiorno è tornato ad essere terra di emigrazione: in 20 anni due milioni e 700 mila persone hanno lasciato quelle terre. Nel primo trimestre 2013, il sud ha perso 166 mila posti di lavoro rispetto all'anno precedente, scendendo sotto la soglia dei 6 milioni. Non accadeva dal 1977. Nel 2012, il tasso di occupazione in età 15-64 è stato del 43,8% nel Mezzogiorno, a fronte di un 63,8% nel Centro-Nord. Per il ministro della Coesione Territoriale, Carlo Trigilia, non ci può essere ripresa senza Sud:

"Un uso più incisivo dei fondi europei e del Fondo per lo sviluppo e la coesione che è sto appena stanziato nella Legge di stabilità - altri 50 miliardi per i prossimi sette anni. Il problema è usare bene queste risorse che ci sono in questo momento; dobbiamo riuscire a usarle meglio che nel passato, ma dobbiamo usare meglio anche le politiche ordinarie".

Possibilità di ripresa ci sono. Il Sud presenta a livello nazionale un vantaggio competitivo in termini di potenza prodotta dalle nuove rinnovabili già oggi del 55%. E non solo. Il presidente della Svimez, Adriano Giannola:

“Partire dalla rigenerazione urbana - che è tanto di moda in tutto il mondo e così via - per l’Italia vorrebbe dire tanti lavori pubblici, integrati con una strategia energetica e ambientale e concentrare in queste aree, soprattutto del Mezzogiorno, una risposta strategica ai problemi italiani”.

Insomma, serve innovare per risalire la china.

Ultimo aggiornamento: 18 ottobre







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