Rapporto Svimez: il sud Italia a rischio deserto produttivo
In Italia, la crisi si sente soprattutto al Sud. Nel 2013, il Pil a livello nazionale
calerà dell’1,8%, ma nel Mezzogiorno la flessione sarà addirittura del 2,5%. Lo afferma
l’ultimo Rapporto dell’istituto Svimez sull’economia del Sud reso noto ieri. A farne
le spese i consumi, ma anche l’apparato produttivo che rischia di essere smantellato.
Alessandro Guarasci:
La fuga dei
giovani dal Sud è inaccettabile, dunque serve un nuovo modello di sviluppo. Lo scrive
il presidente, Giorgio Napolitano, in un messaggio alla Svimez. Nel 2012, il calo
del Pil ha fatto sì che i senza lavoro siano nei fatti il 28% della popolazione. Sempre
lo scorso anno, i consumi sono calati del 4,2%. E il Mezzogiorno è tornato ad essere
terra di emigrazione: in 20 anni due milioni e 700 mila persone hanno lasciato quelle
terre. Nel primo trimestre 2013, il sud ha perso 166 mila posti di lavoro rispetto
all'anno precedente, scendendo sotto la soglia dei 6 milioni. Non accadeva dal 1977.
Nel 2012, il tasso di occupazione in età 15-64 è stato del 43,8% nel Mezzogiorno,
a fronte di un 63,8% nel Centro-Nord. Per il ministro della Coesione Territoriale,
Carlo Trigilia, non ci può essere ripresa senza Sud:
"Un uso più
incisivo dei fondi europei e del Fondo per lo sviluppo e la coesione che è sto appena
stanziato nella Legge di stabilità - altri 50 miliardi per i prossimi sette anni.
Il problema è usare bene queste risorse che ci sono in questo momento; dobbiamo riuscire
a usarle meglio che nel passato, ma dobbiamo usare meglio anche le politiche ordinarie".
Possibilità
di ripresa ci sono. Il Sud presenta a livello nazionale un vantaggio competitivo in
termini di potenza prodotta dalle nuove rinnovabili già oggi del 55%. E non solo.
Il presidente della Svimez, Adriano Giannola:
“Partire dalla rigenerazione
urbana - che è tanto di moda in tutto il mondo e così via - per l’Italia vorrebbe
dire tanti lavori pubblici, integrati con una strategia energetica e ambientale e
concentrare in queste aree, soprattutto del Mezzogiorno, una risposta strategica ai
problemi italiani”.