2013-10-16 15:26:52

Dal Papa la mamma affetta da Sla. Il marito: nel dare alla luce Alessia ci ha sostenuto la fede


Negli ultimi giorni, i media hanno dato molto risalto alla vicenda di Laura Grassi, mamma 31.enne di Rimini che, affetta da Sla (sclerosi laterale amiotrofica), ha deciso di non interrompere la gravidanza. Ieri, la donna, suo marito e la loro piccola Alessia – accompagnati dall’Unitalsi di Roma e di Rimini – sono stati salutati con affetto da Papa Francesco in Piazza San Pietro, al termine dell’udienza generale. Al microfono di, Alessandro De Carolis il marito di Laura, Ugo Morganti, racconta del loro incontro con il Papa:RealAudioMP3

R. - Ha salutato sia Laura che Alessia, ha giocato con il ciuccio della bambina, ha scherzato un po’ con la piccola e ci ha dato la sua benedizione.

D. – In tanti hanno parlato in questi giorni della vostra storia e tutti, indistintamente, hanno usato una parola: “coraggio”. Per voi, mamma e papà di Alessia, darla alla luce ha rappresentato che cosa? Con quale parola definireste questa vostra scelta?

R. – La scelta di dare alla luce Alessia la definirei con la parola “fede”, più che “coraggio”. Noi ci abbiamo messo tutta la nostra fede, eravamo convinti che andasse tutto bene. Il suo arrivo l’abbiamo interpretato come un enorme dono da parte del Signore.

D. – Cosa ha portato Alessia nella sua vita e in particolare in quella di sua moglie Laura?

R. – Ha portato gioia e serenità. Ha incrementato la gioia e la serenità, che c’erano nonostante la patologia. Nella nostra famiglia non mancavano e non mancano, ma sono state comunque incrementate di tanto.

D. – Quindi, la fede per voi è il pilastro su cui fate ruotare tutta la vostra vita…

R. – Assolutamente sì.

D. – Chi vi ha sostenuto in questa scelta, nei momenti che l’hanno preceduta?

R. – Praticamente tutta la famiglia. Tutte le persone più care, vicine e lontane, che sono tante.

D. – La "rete" qiundi è importante in situazioni come la vostra. È importante che le famiglie non siano lasciate sole…

R. – Sì, è importante. Siamo molto fortunati perché abbiamo due famiglie, unita in una, splendide. Abbiamo un gruppo di amici che ci ha sempre supportato in tutto. In più, la parrocchia che ci ha veramente preso per mano.

D. – Quindi, non solo nella decisione di portare a termine la gravidanza ma anche, immagino, nel sostenere lei e sua moglie dall’esordio della malattia…

R. – Dall’esordio della malattia fino ad oggi…

D. – Che esperienza fate con l’Unitalsi che sappiamo esservi vicina?

R. – Abbiamo partecipato a diverse uscite e pellegrinaggi. La viviamo quotidianamente perché i volontari dell’Unitalsi ci sono vicini.

D. – Cosa si sente di dire, anche a nome di sua moglie Laura, alle famiglie che vivono situazioni come la vostra?

R. – Va bene la parola che i media hanno usato: “coraggio”. Ma aggiungerei “fede”: c’è un domani ma pensiamo all’oggi e viviamolo nella speranza del domani.

Ultimo aggiornamento: 17 ottobre







All the contents on this site are copyrighted ©.