Lampedusa. Messaggio dei vescovi siciliani: "Abbandonare ipocrisia e indifferenza"
“Questi morti, e le migliaia che negli anni sono stati travolti in queste acque, chiedono
verità, giustizia e solidarietà. È ora di abbandonare l’ipocrisia di chi continua
a pensare che il fenomeno migratorio sia un’emergenza che si auspica ancora di breve
durata”. E’ l’auspicio contenuto nel Messaggio che i vescovi della Sicilia hanno inviato
“ai fedeli e agli uomini di buona volontà all’indomani della tragedia di Lampedusa”.
“La consapevolezza che spregiudicati criminali speculano sul dolore di persone in
fuga dalle persecuzioni e dalle guerre - scrivono - non può far pagare a questi ultimi
la malvagità dei mercanti di morte. Il grido di aiuto e la domanda di soccorso non
possono lasciare freddi o indifferenti noi e quanti, per cultura e per sensibilità,
sentiamo forte a partire dal Vangelo il senso dell’accoglienza e del dialogo”. I vescovi
siciliani - riferisce l'agenzia Sir - ringraziano, in particolare, la gente di Lampedusa
“per l’instancabile apertura di cuore nei confronti di quanti hanno cercato approdo
tra loro”, mostrando al mondo “il valore e l’efficacia dei gesti semplici e significativi
del quotidiano: la vicinanza, il soccorso, il pianto, la collera, la pazienza”. Questi
atteggiamenti, osservano, hanno dimostrato nello stesso tempo “l’inutilità controproducente
di talune risposte istituzionali che non hanno contribuito a risolvere il problema,
ma anzi hanno moltiplicato il numero delle vittime”. Da qui l’invito dei vescovi siciliani:
“Di fronte a tanto dolore, che sembra non aver fine, occorre cambiare atteggiamento
a partire dalle nostre comunità e coinvolgendo quanti si sentono interrogati da questa
sfida umanitaria”. Il periodo dell’Avvento, suggeriscono ai fedeli siciliani, “è un’occasione
propizia per approfondire la conoscenza del fenomeno migratorio, liberandosi da pregiudizi
e luoghi comuni; per studiare forme possibili di aiuto e di solidarietà verso gli
immigrati; per sollecitare interventi politici ai diversi livelli che contribuiscano
ad affrontare realisticamente il problema e a elaborare soluzioni efficaci”. “Gli
innumerevoli morti (uomini, donne, bambini), che sono seppelliti nel Mediterraneo
con la loro speranza di vita e di libertà, scuotono le nostre coscienze con il loro
grido di giustizia. Che il nostro silenzio e la nostra inerzia non vanifichino il
loro sacrificio”, concludono. (R.P.)