Il direttore dell'Oim, Swing: dal Papa spunti per superare indifferenza verso gli
immigrati
Lo scottante tema della mobilità umana e i suoi risvolti drammatici è stato al centro
lunedì dell’udienza del Papa in Vaticano al direttore generale dell’Organizzazione
Mondiale delle Migrazioni (Oim) William Lacy Swing. al termine del colloquio,
Tracey McLure lo ha intervistato:
R. - I certainly share his view. He
was very critical of all of us… Condivido il suo punto di vista. È stato molto
critico nei confronti della comunità internazionale e devo ammettere che non abbiamo
fatto abbastanza. Qualunque sia la ragione, gran parte del mondo industrializzato
guarda con maggiore sospetto i movimenti migratori quando, in realtà, molte di queste
persone potrebbero essere impiegate per le loro capacità in lavori per dare un contributo
all’economia. Gli ho detto che la sua critica era stata recepita e che tutti noi ne
avremmo tratto insegnamento per ciò che andremo a fare in futuro. L’Organizzazione
internazionale per la migrazione per molti anni si è concentrata sul problema del
traffico umano. Abbiamo formato migliaia e migliaia di funzionari per svolgere questo
tipo di lavoro, abbiamo fornito assistenza e supporto a molte migliaia di vittime
dei traffici, abbiamo costruito dei rifugi in varie zone nel mondo e abbiamo portato
avanti campagne informative per tentare di convincere le persone a non mettersi nelle
mani dei trafficanti. Inoltre, abbiamo cercato di spingere affinché questi trafficanti
fossero perseguiti. Bisogna ora interrogarsi per vedere se ciò che abbiamo fatto ha
portato a qualcosa di significativo. Quindi, le critiche sono ben accette e dobbiamo
lavorare duramente, in particolar modo, per superare l’indifferenza intorno alla situazione.
D. – Quali sono le priorità?
R. – I think the top priority now... Penso
che la priorità principale al momento debba essere quella di salvare la vita e tutte
le misure che possono essere prese per salvare vite umane. Tra le altre priorità,
come aiutare i migranti quando sbarcano, la cosa importante è riuscire a portarli
a riva. Ovviamente, è necessario che ci sia un dialogo molto maggiore tra i Paesi
di origine, quelli di transito e quelli di destinazione. Penso che tutto questo sia
previsto in queste misure. Quindi, l’Unione Europea è stata uno dei nostri partner
più importanti per molti anni: per questo, cercheremo di aprire un dialogo per vedere
quello che si può fare per aiutarli. Infatti, abbiamo nostre persone nella maggior
parte dei Paesi coinvolti in questi movimenti migratori.
D. – Quanto è importante
il Paese di origine in tutto questo?
R. – The Country of origin is very important... Il
Paese di origine è molto importante, perché uno deve e può analizzare le ragioni per
cui le persone scelgono di rischiare la loro vita in alto mare, e vedere se c’è qualcosa
in più che si possa fare proprio lì per aiutarli. Penso che tutti noi dobbiamo guardare
più da vicino i programmi di aiuto per vedere quello che può essere fatto per sostenere
in particolare il loro sostentamento, nel creare mezzi per il loro sostentamento,
nel creare posti di lavoro e cose simili. Ecco perché siamo fortemente impegnati in
un certo numero di questi Paesi di origine, proprio per sostenere lo sviluppo da parte
dei governi di migliori condizioni di vita, la creazione di servizi pubblici migliori
e tutte quelle condizioni che contribuiscono a migliorare la vita. Ma questo, ovviamente,
è solo parte delle soluzioni.