Scintille nel Partito Democratico sull’amnistia. Renzi critica il provvedimento di
clemenza e si dice in disaccordo col Quirinale. Dure le critiche del ministro Zanonato.
Giampiero Guadagni:
Amnistia
e indulto ancora in primo piano nel dibattito politico. Dopo le prime polemiche intorno
agli eventuali effetti sulla vicenda giudiziaria di Berlusconi, il tema, rilanciato
dal capo dello Stato nel suo messaggio alle Camere, investe Matteo Renzi. Il sindaco
di Firenze, presentando ieri la sua candidatura a segretario del Pd, aveva espresso
la sua contrarietà, parlando di clamoroso autogoal. Finendo così nel mirino di vari
esponenti del governo, in gran parte del suo stesso partito. La prima reazione negativa
era arrivata a stretto giro di posta dal ministro dei rapporti con il Parlamento Franceschini,
che aveva riferito le perplessità dello stesso premier Letta. Oggi è il titolare dello
Sviluppo economico Zanonato a dire che Renzi ragiona in termini puramente propagandistici,
secondo lo stile Grillo. Un affondo anche dal ministro degli Esteri, la radicale Emma
Bonino, che afferma: se Renzi è il nuovo che avanza, ridateci l'antico. E, fronte
Pdl, critiche anche dal ministro delle Infrastrutture Lupi, per il quale Renzi cerca
consensi a destra e sinistra. A tutti Renzi risponde: i ministri pensino a governare.
Napolitano è stato ineccepibile, ma le forze politiche devono avere il coraggio di
dire se sono in disaccordo. La legalità, aggiunge, è un valore della sinistra. E sarà
certamente questo uno dei temi di confronto-scontro nel Pd in vista delle primarie
dell’8 dicembre.