Giornata Mariana. Messa del Papa: Dio chiede il nostro "sì", Maria ci aiuta a dirlo
ogni giorno
“Dio ci sorprende, Dio ci chiede fedeltà, Dio è la nostra forza”. Su queste tre realtà
si è articolata, domenica mattina, l’omelia di Papa Francesco durante la Messa in
Piazza San Pietro, davanti alla statua della Madonna di Fatima e ad oltre 100 mila
persone, in occasione della Giornata Mariana. “Maria – ha detto il Santo Padre – ci
aiuti a lasciarci sorprendere da Dio senza resistenze, ad essergli fedeli ogni giorno,
a lodarlo e ringraziarlo perché è Lui la nostra forza”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Maria, “creatura
umile e debole come noi” è stata scelta per essere “Madre di Dio, Madre del suo Creatore”.
Guardando a Maria, Papa Francesco invita a riflettere su tre realtà: Dio ci sorprende,
Dio ci chiede fedeltà, Dio è la nostra forza. Dio ci sorprende – spiega il Papa –
come nella vicenda di Naaman, capo dell’esercito del re Aram e malato di lebbra, che
rispondendo alla richiesta di Dio si immerge nel Giordano. Una richiesta che lo lascia
perplesso ma si immerge nel fiume e subito guarisce:
“Ecco, Dio ci sorprende;
è proprio nella povertà, nella debolezza, nell’umiltà che si manifesta e ci dona il
suo amore che ci salva, ci guarisce e ci dà forza. Chiede solo che seguiamo la sua
parola e ci fidiamo di Lui”.
Questa è anche l’esperienza della Vergine
Maria che davanti “all’annuncio dell’Angelo, non nasconde la sua meraviglia”, lo stupore
di vedere che “Dio, per farsi uomo, ha scelto proprio lei, una semplice ragazza di
Nazaret” che “non ha compiuto imprese straordinarie” ma si fida del Signore:
“Dio
ci sorprende sempre, rompe i nostri schemi, mette in crisi i nostri progetti, e ci
dice: fidati di me, non avere paura, lasciati sorprendere, esci da te stesso e seguimi!”
Il
Santo Padre rivolge poi domande che toccano il cuore di ogni cristiano:
“Mi
lascio sorprendere da Dio, come ha fatto Maria, o mi chiudo nelle mie sicurezze, sicurezze
materiali, sicurezze intellettuali, sicurezze ideologiche, sicurezze dei nei miei
progetti? Lascio veramente entrare Dio nella mia vita? Come gli rispondo?”.
Dio
– aggiunge Papa Francesco – ci sorprende con il suo amore, “ma chiede fedeltà nel
seguirlo” come nella lettura di San Paolo, in cui l’Apostolo si rivolge al discepolo
Timoteo dicendogli di “ricordarsi sempre di Cristo, di perseverare nella fede”. Quante
volte – osserva poi il Pontefice – ci siamo entusiasmati per qualche iniziativa, per
qualche impegno “ma, poi, di fronte ai primi problemi, abbiamo gettato la spugna”:
“E
questo purtroppo, avviene anche nelle scelte fondamentali, come quella del matrimonio.
La difficoltà di essere costanti, di essere fedeli alle decisioni prese, agli impegni
assunti. Spesso è facile dire sì', ma poi non si riesce a ripetere questo ‘sì’ ogni
giorno. Non si riesce ad essere fedeli”.
Maria a Dio ha detto tanti "sì"
“nei momenti gioiosi come pure in quelli di dolore”. Tanti "sì" culminati sotto la
Croce. Quindi il Papa rivolge un’altra cruciale domanda:
“Sono un cristiano
'a singhiozzo', o sono un cristiano sempre?”.
E poi aggiunge:
“La
cultura del provvisorio, la cultura del relativo entra anche nel vivere la fede. Dio
ci chiede di essergli fedeli, ogni giorno, nelle azioni quotidiane e aggiunge che,
anche se a volte non gli siamo fedeli, Lui è sempre fedele e con la sua misericordia
non si stanca di tenderci la mano per risollevarci, di incoraggiarci a riprendere
il cammino, di ritornare a Lui e dirgli la nostra debolezza perché ci doni la sua
forza”.
Il Papa indica quindi l'autentico cammino:
“E
questo è il cammino definitivo: sempre col Signore, anche nelle nostre debolezze,
anche nei nostri peccati. Mai andare sulla strada del provvisorio. Questo, sì, uccide.
La fede è fedeltà definitiva come quella di Maria”.
Dio
ci sorprende, Dio ci chiede fedeltà e Dio – conclude il Papa – è la nostra forza.
Il Pontefice dopo aver ricordato la pagina del Vangelo, in cui dieci lebbrosi chiedono
a Gesù di ottenere la guarigione sottolinea che dopo la liberazione dalla malattia,
“solo uno torna indietro per lodare Dio” e ringraziarlo. Maria, dopo l’Annunciazione,
ha parole di lode e di ringraziamento a Dio. “Tutto è suo dono”. “Lui – ricorda Papa
Francesco – è la nostra forza”. E poi pone altri nodali interrogativi:
“Quante
volte ci diciamo grazie in famiglia? E’ una delle parole chiave della convivenza.
'Permesso', 'scusa', 'grazie': se in una famiglia si dicono queste tre parole, la
famiglia va avanti. 'Permesso', 'scusami', 'grazie'. Quante volte diciamo 'grazie'
in famiglia? Quante volte diciamo grazie a chi ci aiuta, ci è vicino, ci accompagna
nella vita? Spesso diamo tutto per scontato! E questo avviene anche con Dio. E’ facile
andare dal Signore a chiedere qualcosa, ma andare a ringraziarlo: Mah, non mi viene”.
Al
termine della Santa Messa, Papa Francesco ha letto l’Atto di Affidamento alla Madonna
di Fatima:
“Beata Maria Vergine di Fatima, con rinnovata gratitudine
per la tua presenza materna uniamo la nostra voce a quella di tutte le generazioni
che ti dicono beata”.
“Custodisci la nostra vita fra le tue
braccia”. “Insegnaci – ha detto il Santo Padre - il tuo stesso amore di predilezione
per i piccoli e i poveri, per gli esclusi e i sofferenti, per i peccatori e gli smarriti
di cuore”.
“Raduna tutti sotto la tua protezione e tutti consegna
al tuo diletto Figlio, il Signore nostro Gesù”.
All’Angelus, il Santo Padre
ha ringraziato i fedeli arrivati da tante parti del mondo per la Giornata Mariana
e salutato, in particolare, i bambini dell’Orchestra internazionale per la pace “Piccole
Impronte”, l’Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro, “i giovani di
Roma che nei giorni scorsi si sono impegnati nella missione Gesù al centro” e i detenuti
del carcere di Castrovillari.